Il cadavere di una bambina avvolto in un sacchetto con ancora il cordone ombelicale attaccato è stato trovato da alcuni operai tra i rifiuti di una discarica a Musile di Piave, in provincia di Venezia. La scoperta è avvenuta nel tardo pomeriggio di sabato e le indagini sono condotte dai carabinieri di San Donà di Piave e di Mestre. L’autopsia, che sarà disposta dalla procura di Venezia, dovrà stabilire le cause della morte, e se il bimbo è stato abbandonato quando era ancora vivo. Secondo le prime analisi, la bimba era morta da almeno una settimana. L’unica cosa certa è che il corpo, in stato avanzato di decomposizione, è stato gettato in un contenitore di rifiuti e dopo vari passaggi è arrivato nel piccolo centro veneziano.

Le indagini si presentano particolarmente difficili. Nella fase di apertura, il sacchetto è stato aspirato e distrutto. Inoltre, la raccolta del sacchetto con il corpicino può risalire a diversi giorni fa visto che nel centro veneziano vengono trattati rifiuti provenienti dal nord e centro Italia. L’impianto riceve da sei province del Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e dal Trentino Alto Adige, un’area che comprende un milione e 600mila residenti. Una difficoltà confermata anche dalla sindaca di Musile, Silvia Susanna: “L’azienda tratta rifiuti che arrivano da diverse zone d’Italia e quindi il piccolo corpicino potrebbe non provenire da Musile e neppure dal sandonatese. Al momento sono ignote le motivazioni di un simile gesto: “Sono sconvolta per la notizia – ha continuato la sindaca – Quanto accaduto deve far riflettere soprattutto se legato a eventuali disagi sociali di cui ancora non siamo a conoscenza”.

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