L'ex numero uno della società di distribuzione del gas del capoluogo pugliese era stato nominato presidente della società regionale Innovapuglia ma era stato costretto a dimettersi per un'altra inchiesta - poi archiviata - da cui è nata la nuova accusa nei suoi confronti
Lavori gratis per un privato a spese di un’azienda pubblica. Da un’inchiesta archiviata, nasce un nuovo filone che vede ancora una volta indagato (per peculato) Fabrizio D’Addario, ex presidente di InnovaPuglia ed ex direttore dell’Amgas di Bari, la società di distribuzione del gas del capoluogo regionale. La Procura questa volta contesta a D’Addario di aver fatto mettere a disposizione gratuitamente di una impresa edile mezzi e uomini dell’Amiu (la municipalizzata barese per la raccolta di rifiuti) per ripulire da rifiuti ingombranti l’area di un cantiere dell’impresa. La scorsa estate, ad appena una settimana dalla nomina a presidente del cda di InnovaPuglia (che oggi vede indagato anche un altro componente, Francesco Spina, ex sindaco di Bisceglie nell’ambito di un’inchiesta per abuso d’ufficio, falso ideologico e falso materiale), D’Addario era stato costretto a dimettersi, in seguito alla sua iscrizione nel registro del pm Marco D’Agostino che gli contestava i reati di truffa e peculato. L’ipotesi era che da direttore generale dell’Amgas srl utilizzasse i beni aziendali senza però frequentare il posto di lavoro. Quell’inchiesta è stata archiviata ma, come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, ha dato luogo all’apertura di un nuovo fascicolo nel quale l’ex numero uno di InnovaPuglia è indagato con altre tre persone.
IL NUOVO FILONE D’INDAGINE – I fatti risalgono alla primavera del 2016, quando una montagna di rifiuti venne portata via da un’area di viale Pasteur, dove qualche giorno prima erano state sgomberate delle baracche abusive. A liberare la zona, per far spazio al progetto di un centro residenziale, una squadra formata da sette dipendenti dell’Amiu con l’utilizzo di mezzi ribaltabili, una pala meccanica e una gru. Furono rimossi in due giorni almeno 11 tonnellate di rifiuti, ma la squadra avrebbe lavorato complessivamente quattro giorni. Un lavoro, però, che la Procura di Bari ritiene non sia stato pagato grazie all’intermediazione di D’Addario (all’epoca dei fatti direttore dell’Amgas) tra il costruttore e l’Amiu.
LE ACCUSE E GLI ALTRI INDAGATI – D’Addario è indagato per peculato in concorso con Antonio Ventrella, 65 anni, capo dell’area servizi esterni di Amiu Puglia Spa, Nicola Ferrara, 59 anni, caposquadra della municipalizzata e Nicola Mininni, 50 anni, amministratore unico e legale rappresentante della Mi.Edil srl. E se in questo fascicolo, come sottolinea il difensore, D’Addario è coinvolto a titolo privato e non nella veste di ex amministratore pubblico, secondo le indagini condotte dalla guardia di finanza e coordinate dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal sostituto Marco D’Agostino l’azienda pubblica che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è stata messa a completa disposizione dell’impresa privata di Mininni. Di più: sarebbe stato proprio l’ex direttore dell’Amgas a fornire al caposquadra, autorizzato poi da Ventrella, le chiavi di accesso al cantiere e le indicazioni necessarie per effettuare il servizio. Gli indagati si sono appropriati – è l’accusa – di risorse pubbliche per circa 8mila euro, ossia proprio il valore di quel servizio reso invece a titolo gratuito. Perché fu sempre D’Addario, sostiene la procura, a riferire a Mininni a che punto fossero i lavori e che per essi l’Amiu Puglia non avrebbe emesso alcuna fattura.