Il presidente dell'Associazione dei comuni e sindaco di Bari, Antonio Decaro, lancia l'allarme davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato: "Possibile un miliardo di perdite". Ma il ministro dell'Economia: "Gli enti locali non hanno subito tagli"
Per l’Anci c’è il rischio di “gravosissimi tagli indiretti” che potrebbero pesare per “un miliardo” sui bilanci dei Comuni. Per il ministro dell’Economia, invece, “non hanno subito tagli”. Davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il sindaco di Bari Antonio Decaro e Pier Carlo Padoan hanno visioni profondamente diverse riguardo al capitolo della Legge di Bilancio dedicato agli enti locali.
Il primo ad essere ascoltato è stato il sindaco di Bari e numero uno dell’Associazione nazionale dei Comuni: “È possibile che possano verificarsi gravosissimi tagli indiretti sui Comuni dai costi per il contratto dei dipendenti pubblici, che ricade direttamente e solo sui sindaci, da quelli per il Fondo debiti di dubbia esigibilità e ancora per quelli del Fondo di solidarietà comunale“, spiega ai parlamentari. Il conto delle voci è presto fatto: “Tutte insieme potrebbero far perdere 1 miliardo ai Comuni”. La conseguenza sarebbe scontata: “Una riduzione dei servizi ai cittadini”, anche a causa dei “9 miliardi che abbiamo perso negli ultimi 5 anni”. Dopo qualche ora tocca a Padoan relazionare sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio e il ministro dell’Economia è categorico: le coperture della manovra, sul lato della spesa, prevedono “tagli ai ministeri e riprogrammazioni di spesa in conto capitale. Gli enti locali non hanno subito tagli”.
Il punto di discussione è legato al rinnovo dei contratti degli statali, sbloccato dopo 7 anni di congelamento. C’è chi rimarrà fuori dalle coperture messe in campo: enti locali e “enti pubblici diversi dall’amministrazione statale” dovranno trovare le risorse nei propri bilanci. Il problema è che per il 2018 vengono stanziati 2,85 miliardi, dopo i 300 messi in cascina con la manovra per il 2016 e i 900 aggiunti lo scorso anno. Ma nel complesso gli aumenti in busta paga di 85 euro medi al mese promessi ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici valgono oltre 5 miliardi. Gli enti locali dovranno fare da sé, insomma, trovando i fondi da qualche altra parte per far fronte all’adeguamento. Ecco uno degli “tagli indiretti” di cui parla Decaro preannunciando il rischio di una riduzione dei servizi.
“Gli oneri per il rinnovo dei contratti del personale, gli effetti restrittivi della nuova contabilità, l’alto costo del debito, il prolungato congelamento dell’autonomia tributaria locale ed il progressivo avvio della perequazione – ha concluso – sono i principali elementi che concorrono a determinare una forte sofferenza negli equilibri finanziari di parte corrente, sui quali chiediamo soluzioni coerenti”.
Ma “se le maggiori criticità sono quelle relative alla spesa corrente”, secondo il presidente dell’Anci non tutto è da buttare. Con la Legge di bilancio, spiega, “arrivano segnali positivi sugli investimenti, seppur ancora non del tutto sufficienti”. “La ripresa degli investimenti locali è evidente – ricorda – Abbiamo maggiori spazi finanziari per 200 milioni, con un passaggio da 700 a 900 milioni. Ci sono inoltre 150 milioni in più di fondi per le città medie nel 2018, che diventano 300 nel 2019 e 400 nel 2020″.