I picchi si sono registrati in un caso a gennaio e marzo, due volte ad aprile e maggio, in 3 casi a giugno e luglio nel primo seno del Mar Piccolo. Nessun valore anomalo, invece, nella parte più esterna e nel Mar Grande
Per dodici volte in sette mesi la Asl di Taranto ha riscontrato livelli di diossina e policlorobifenili superiori ai limiti di legge o di precauzione nelle cozze coltivate nel Mar Piccolo. I dati sono stati pubblicati dall’associazione Peacelink dopo la richiesta inviata all’azienda ospedaliera della città jonica.
I picchi di diossina nei mitili – stando alle analisi della Asl – si sono registrati in un caso a gennaio e marzo, due volte ad aprile e maggio, in 3 casi a giugno e luglio. La contaminazione massima ha raggiunto un livello di 14,881 picogrammi per grammo di mitili e, tenendo conto del margine d’incertezza, il valore ha superato del 98 per cento il limite di legge fissato a 6,5 picogrammi.
Tutti i superamenti dei limiti di legge si sono registrati nel primo seno del Mar Piccolo, ossia quello più vicino al quartiere Tamburi e all’area industriale: da anni è impedita la commercializzazione delle cozze che crescono nello specchio di mare in questione. Mentre nel secondo seno del Mar Piccolo e nel Mar Grande i campioni analizzato non hanno evidenziato nulla di anomalo, tranne che lo sforamento in un caso del valore “soglia” a partire dal quale occorre – comunica Peacelink – “intraprendere azioni specifiche in applicazione del principio di precauzione”.
L’associazione ambientalista ricorda come “la diossina è classificata come sicuramente cancerogena e inserita nel gruppo 1 dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro” e interferiscono con il “sistema endocrino, influendo sulla produzione, il rilascio,il trasporto e la metabolizzazione degli ormoni”. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, spiega sempre Peacelink, “ha in passato sottolineato che nei feti esposti a valori elevati di diossine “sono stati riscontrati effetti sullo sviluppo del sistema nervoso e sulla neurobiologia del comportamento, oltre che effetti sull’equilibrio ormonale della tiroide””.
“I dati sono drammatici e dimostrano come la questione ambientale della città pugliese non sia seriamente presa in considerazione né dalle istituzioni locali né da quelle nazionali”, dice il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli. Questi dati “confermano anche che sull’Ilva le prescrizioni ambientali dell’Aia non sono state rispettate e questo significa che la salute dei tarantini in questi anni è stata esposta ad ulteriori ed inaccettabili rischi – dice ancora Bonelli – Una situazione assolutamente preoccupante dove i bambini a causa dell’inquinamento muoiono del +21% rispetto alla media pugliese e si ammalano di tumore del +51% e dove, grazie ai decreti del governo, è stata garantita l’immunità penale a chi gestisce Ilva, immunità che è stata estesa anche ai nuovi acquirenti”.