Il sequestro di 24 milioni di pillole della cosiddetta “droga del combattente”, per un valore di circa 50 milioni di euro avvenuto nel porto di Gioia Tauro, conferma una serie di sospetti. Il carico di tramadolo, una sostanza oppiacea sintetica usata negli scenari di guerra mediorientali e usata come eccitante e per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico, era sbarcato al porto gioiese proveniente dall’India e diretto in Libia. Il traffico sarebbe gestito direttamente dall’Isis con lo scopo di finanziare le attività terroristiche che l’organizzazione pianifica e realizza in ogni parte del mondo.
Una buona parte dei proventi illeciti derivanti dalla vendita della sostanza sarebbe destinata a sovvenzionare gruppi di eversione e di estremisti operanti in Libia, in Siria e in Iraq. Eppure ad oggi i combattenti dell’Isis erano legati maggiormente all’uso di Captagon, uno psicostimolante caratterizzato da una combinazione di anfetamine e teofillina. Originariamente nata per curare narcolessia e depressione, questa sostanza è stata utilizzata per circa 25 anni come un’alternativa più lieve alle anfetamine. La dipendenza da Captagon è frequente tra i miliziani dell’Isis in Siria visto che riduce la fatica, cancella la fame e tiene svegli. Se poi viene assunto con la cocaina, garantisce un’esaltazione e un’efficienza fisica ancora maggiori.
Inoltre, se associato ai cannabinoidi conferisce una condizione di allucinazione che dà la macabra capacità di sgozzare o di uccidere persone investendole con un furgone ridendo, proprio come hanno fatto diversi attentatori. Non a caso, l’attentatore suicida di Manchester, Salman Abedi, pare si fosse imbottito di questa droga prima di intraprendere la sua “missione”. La sostanza trasforma i terroristi in vere e proprie “macchine di uccisione implacabili”, come riferisce un report di Arab News. I terroristi arrivano a soffrire di una dipendenza crudele tanto da rafforzare la stessa dipendenza con le loro guide jihadiste. Ma il Captagon è stato utilizzato anche da normali cittadini siriani demoralizzati e depressi. Lo si trova a buon mercato soprattutto in Medio Oriente, in paesi come la Giordania, il Libano, la Turchia e la Siria a un costo di 5 dollari a pillola.
Nell’ottobre del 2015, il principe Abdel Mohsen Bin Walid Bin Abdulaziz, dell’Arabia Saudita e altri quattro uomini vennero arrestati a Beirut per sospetto di traffico di Captagon. Inoltre due tonnellate di pillole Captagon e alcune di cocaina vennero trovate a bordo di un jet privato in partenza dalla capitale saudita Riyadh. Infine, nella stanza di hotel vicino Parigi, dimora temporanea dei jihadisti responsabili dell’attentato di novembre del 2015 che causò la morte di 130 persone, vennero trovate siringhe di Captagon. Subito dopo due ricercatori italiani, Giovanni Serpelloni ed Elisabetta Bertol, dell’Unità di ricerca interdipartimentale tossicologia forense e neuroscienze di Firenze, proposero di cercare nelle acque fognarie delle città dei vari Stati europei tracce di Captagon, per scoprire dove fossero i nascondigli segreti dei terroristi. La sostanza venne scovata per la prima volta in Francia: 135 chili nascosti in stampi industriali.