Il Partito Democratico ha detto no. Non parteciperà alla manifestazione proposta da Virginia Raggi per sollecitare le istituzioni e la cittadinanza a reagire dopo il pestaggio di Ostia. Ci sarà Pier Ferdinando Casini, ma non i dem in piazza nel decimo municipio sciolto per mafia nel 2015 a rivendicare il diritto alla legalità dopo che mercoledì Roberto Spada, esponente dell’omonimo clan, ha spaccato il naso con una testata in favore di telecamera al giornalista di Nemo Daniele Piervincenzi, per poi picchiare con un manganello l’operatore Edoardo Anselmi. La politica non coglie l’occasione per presentarsi per una volta unita di fonte al problema delle infiltrazioni malavitose nel territorio di Roma sud.
La proposta del M5s era arrivata dalla sindaca della Capitale: “Si potrebbe organizzare una manifestazione a Ostia per dire No alla criminalità – aveva detto Raggi in un’intervista al Fatto Quotidiano – sabato potrebbe essere il giorno giusto. Vediamo chi vuole partecipare, spero in tanti a prescindere dalle appartenenze politiche“. L’appello però è stato rispedito al mittente, almeno dalla sponda dem: “Non saremo presenti come Pd alla manifestazione di sabato della sindaca Raggi – la risposta del segretario del Pd Roma Andrea Casu – abbiamo sempre portato una battaglia a viso aperto contro la mafia in X Municipio, sono tre anni che combattiamo senza una sponda da parte del M5s, e siamo contenti che anche la Raggi abbia cominciato ad accorgersi della presenza della mafia”, argomenta il renzianissimo Casu come se il Pd a Ostia non avesse alcuna responsabilità e i dem fossero una comitiva di turisti tedeschi in gita con sandali e crema solare a rimirare il litorale per la prima volta.
In realtà l’Italia ha cominciato ad accorgersi della presenza della mafia a Ostia proprio perché il quartierone da 230mila abitanti sul litorale capitolino era amministrato dal Partito Democratico: era un esponente del Pd Andrea Tassone, il minisindaco finito ai domiciliari il 4 giugno 2015, giorno in cui scattò la seconda ondata di arresti di Mondo di mezzo. Tassone si era dimesso nel marzo precedente, dopo la prima tranche dell’inchiesta ex Mafia Capitale, e il sindaco Ignazio Marino aveva inviato nel X Municipio l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella. Il 27 agosto il Cdm ratificava la decisione del Viminale e scioglieva il municipio per mafia, con decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 settembre. La prima puntata della vicenda giudiziaria è terminata il 20 luglio scorso, quando l’esponente dem è stato condannato a 5 anni al termine del processo di primo grado.
“Crediamo però che non si possa fare una questione di bandiere o posizionamento – argomenta Casu – tutto strumentale al ballottaggio, come sta cercando di fare il M5s”. “La cosa più utile in questo momento – aggiunge – è non alimentare divisioni, ecco perché parteciperemo alla manifestazione di giovedì 16 indetta da soggetti per nulla partitici come Fnsi e Libera”. Eppure le divisioni pare alimentarle lo stesso Casu, in un momento in cui i partiti avrebbero l’occasione di inviare a cittadini e istituzioni un messaggio univoco. E lo fa con una motivazione squisitamente politica: “Non possiamo aderire a una manifestazione che è stata pubblicata sul blog di Beppe Grillo. Piuttosto la Raggi approvi, come le chiediamo da tempo, il Regolamento sui beni confiscati alla mafia. Ricordo inoltre che noi ci siamo schierati anche, in questa campagna elettorale a Ostia, contro l’assegnazione agli Spada della quarta palestra”.
Parla di fini strumentali anche il consigliere municipale in pectore del Pd, Athos De Luca: “Sabato non sarò alla manifestazione indetta dal sindaco Raggi perché è un’iniziatica strumentale. La sindaca avrebbe dovuto rivolgere un appello alle forze sociali, ai sindacati, ai commercianti di organizzare e promuovere una manifestazione aperta alla cittadinanza per poi dire dopo che avrebbe partecipato. E’ una strumentalizzazione“.