Gli abusi all’interno delle mura vaticane, lo Ior e quei “nomi dei correntisti” da non conoscere assolutamente. Ma anche, ancora, il caso di Emanuela Orlandi e la “trattativa tra il procuratore di Roma e due monsignori” per avere notizie sulla tomba della ragazza. Li racconta il giornalista Gianluigi Nuzzi, nel suo quarto libro inchiesta su Vaticano e chiesa, intitolato “Peccato originale” (edito da Chiarelettere). “C’è un primo filo, quello del sangue”, spiega Nuzzi oggi a margine della conferenza di presentazione. “Con la morte di Emanuela Orlandi: si apre uno scenario inquietante, perché la trattativa che documento tra procura di Roma e persone del Vaticano vuol dire che all’interno della Chiesa qualcuno sa”. Il giornalista fa oggi “appello all’allora procuratore reggente di Roma Giancarlo Capaldo affinché dica quello che sappia”. E poi ci sono i soldi, i conti dello Ior. “C’è un blocco di potere che gestisce i conti dei Papi, conti a personaggi impensabili come Eduardo De Filippo che qui si faceva accreditare i soldi che riceveva dall’estero”. C’è il filo del sesso. E degli abusi. “Ho incontrato un ragazzo che ancora oggi si fa quindici docce al giorno perché si sente sporco. Non per quello che ha fatto, ma per quello che ha subito”. Abusi testimoniati per la prima volta all’interno del Vaticano, nel preseminario San Pio X. “Diversi episodi fanno pensare che non si tratti di un caso isolato“, dice Nuzzi. “Insieme alle mie avvocate abbiamo consegnato questa mattina la prima copia del libro perché i giudici del Vaticano, il pubblico ministero facciano le loro valutazioni sul contenuto”. “Credo che l’opera di papa Francesco sia volta al bene e alla pulizia, ma che si scontri con logiche che risalgono addirittura a Paolo VI”, conclude Gianluigi Nuzzi.
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