I reati di stalking non potranno più essere estinti con le “condotte riparatorie”, ovvero con un risarcimento economico. Il governo, dopo le polemiche politiche e delle associazioni in seguito al primo caso a Torino, ha deciso di intervenire per modificare la recente riforma al procedimento penale. Già il ministro della Giustizia Andrea Orlando, dopo gli attacchi, aveva deciso di fare un passo indietro in materia nonostante in un primo momento lui e la maggioranza avessero difeso l’intervento.
Chi ha rivendicato l’intervento è stata la sottosegretaria Maria Elena Boschi. “Noi siamo convinti”, ha scritto su Facebook, “che lo stalking non possa essere considerato alla stregua di altri reati. Non è un reato come un altro per tutte quelle donne che ogni giorno hanno paura di uscire di casa e la cui dignità è stata lesa in profondità per il resto della vita. Non lo è per tutte quelle vittime che hanno il terrore di controllare il telefono, di portare i propri figli a scuola, di andare al lavoro e di tornare a casa da sole la sera, pagando ogni giorno le conseguenze dei traumi subiti. In un Paese libero la libertà personale viene prima di tutto. Compito dello Stato è garantire questo diritto a tutte”.
In realtà, le prime a farsi promotrici della battaglia per la modifica sono state, tra le altre, la deputata di Forza Italia Mara Carfagna e le senatrici di Articolo 1-Mdp Maria Cecilia Guerra e Doris Lo Moro. “Siamo contente”, hanno scritto queste ultime in una nota, “che con un emendamento fotocopia di quello presentato da Articolo 1 – Mdp, il governo ha finalmente accettato la nostra proposta di dare subito risposta, già nel decreto fiscale, al problema creato dalla riforma del sistema penale, che permetteva la possibilità di estinzione del reato di stalking a fronte di un risarcimento economico”. Quindi la Carfagna: “L’atteggiamento della sinistra sull’inserimento dello stalking tra i reati estinguibili a pagamento è surreale. Prima hanno commesso l’errore, poi lo hanno negato e minimizzato ed adesso giocano a chi fa prima nell’intestarsi la correzione della norma. Forza Italia ha depositato la sua proposta di legge a luglio, ma l’unica cosa che ci interessa è che questo scempio venga eliminato dal quadro legislativo italiano. In ogni caso la vera differenza è una sola: noi abbiamo introdotto il reato di atti persecutori, loro lo stanno smantellando in tutti i modi”.
Soddisfazione anche da parte dei sindacati che tra i primi avevano sollevato il problema. “Finalmente un emendamento del governo al decreto legge fiscale per eliminare la gravissima stortura dell’estinzione del reato di stalking per via pecuniaria, introdotta nella riforma del sistema penale”, hanno detto Loredana Taddei, responsabile nazionale Politiche di Genere della Cgil, Liliana Ocmin, responsabile del Coordinamento Nazionale Donne Cisl, e Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei Centri di ascolto della Uil, che per prime avevano denunciato il caso nel mese di giugno. “Ci sono voluti cinque mesi”, hanno continuato, “perché si prendessero provvedimenti con un intervento chiarificatore sull’articolo 162 ter, affinché nessuna denuncia per il reato di stalking potesse in alcun modo rientrare in una sanzione riparatoria. La violenza contro le donne è uno dei reati più oscuri e difficili da combattere, che richiede molta attenzione nelle misure che si intraprendono, nelle norme che si emanano e nelle parole che si dicono. Bene, dunque, correggere velocemente il grave errore”.