Alla lettura della sentenza c'è stato un boato delle urla di gioia da parte di circa 150 persone, che stavano dentro e fuori l’aula del tribunale di Messina. La procura aveva chiesto 5 anni. Due giorni fa l'onorevole era finito ai domiciliari per evasione fiscale. L'imputato: "Alcuni capi prescritti, non escludo di rinunciare per l'appello". La tentata concussione era stata riqualificata in induzione indebita in base alla norma introdotta nel 2012
Arrestato due giorni fa e assolto oggi. Sono alterne le fortune giudiziarie di Cateno De Luca neo deputato all’Ars, eletto martedì e finito ai domiciliari mercoledì. Il politico Udc oggi è stato assolto e prescritto (grazie alla legge Severino) dal tribunale di Messina, presieduto da Mario Samperi, dalle accuse di tentata concussione, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. I giudici hanno ha dichiarato “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” per la vecchia tentata concussione (riqualificata in indebita induzione, 319 quater) e per il falso in atto pubblico e lo hanno assolto dalla contestazione di abuso d’ufficio “perché il fatto non sussiste”.
“Per noi è come se ci fosse stata un’assoluzione piena su tutti i fronti – ha spiegato l’avvocato Tommaso Micalizzi – perché ci interessava soprattutto dimostrare che non ci fu nessun abuso d’ufficio. Siamo contenti di esserci riusciti”. Soddisfazione anche per l’avvocato Carlo Taormina, l’altro difensore: “È una vicenda che dura da parecchi anni, ne abbiamo passate di tutti i colori e ne abbiamo fatte passare – dice il professore al Fattoquotidiano.it – Però per il reato più importante, quello che hanno chiamato il ‘sacco di Fiumedinisi’, c’è stata un’assoluzione perché il fatto non sussiste. Non siamo soddisfatti per le altre due ipotesi, ma ci batteremo per l’assoluzione. In primo grado non abbiamo rinunciato alla prescrizione perché non ci fidavamo dei giudici (sul punto la difesa aveva presentato una istanza di rimessione respinta, ndr). Non c’era tranquillità. In appello invece rinunzieremo“. Assolti anche gli altri imputati: Natale Gregorio Coppolino, Grazia Rasconà, Pietro D’Anna, Giuseppe Bertino, Salvatore Piccolo, Carmelo Satta, Giuseppe Giardina, Paolo Crocè, Antonino Cascio, Carmelo Crocetta.
I reati contestati e l’urlo di gioia dei fan
I reati contestati, per cui il parlamentare siciliano finì anche in cella, sono relativi a un periodo compreso tra il 2004 e il 2010, quando De Luca era sindaco di Fiumedinisi. Secondo l’inchiesta della Procura messinese l’ex primo cittadino avrebbe stravolto il programma per favorire imprese edilizie della sua famiglia. Il faro della procura su questa vicenda era stato puntato sulla costruzione di un albergo con annesso centro benessere da parte della società “Dioniso” e la realizzazione di centri di formazione permanente del Caf “Fenapi”, oltre all’edificazione di 16 alloggi da parte della coop “Mabel”. La Procura aveva chiesto la sua condanna a 5 anni.
La tentata concussione – poi riqualificata in induzione indebita previsto dalla legge Severino – sarebbe stata commessa, secondo l’accusa, nei confronti dei proprietari di alcune aree che andavano cedute – a volte a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato – per consentire alla Mabel la costruzione degli alloggi. Secondo il pm De Luca li avrebbe minacciati dicendogli che se i terreni non fossero stati ceduti sarebbero stati espropriati. I reati di falso riguardavano invece l’approvazione del progetto in variante dei lavori di costruzione eseguiti dalla Dioniso e la creazione di muri di contenimento del torrente Fiumedinisi, realizzati – secondo l’accusa – per incrementare il valore commerciale di alcune aree ricadenti nel progetto e riconducibili alla ditta il cui amministratore unico era proprio il sindaco, che è fondatore e direttore generale della Fenapi.
Il processo a De Luca, tra dichiarazioni spontanee fiume, rinvii, citazioni di decine di testi e un tentativo di rimessione per legittimo sospetto finalizzato a spostare il dibattimento a Reggio Calabria e respinto dalla Cassazione, è durato sei anni solo in primo grado. Poi grazie alla legge Severino che ha spacchettato la concussione il reato contestato a De Luca, ma anche altri imputati eccellenti come Berlusconi e Penati, è punito meno gravemente e soprattutto i termini di prescrizione sono più brevi. Il parlamentare nel corso di brevi dichiarazioni spontanee ieri si era difeso davanti al tribunale. E i giudici hanno accolto anche se parzialmente la sua richiesta e quella della difesa.
Alla lettura della sentenza c’è stato un boato: erano le urla di gioia di circa 150 persone, che stavano dentro e fuori l’aula. Ieri De Luca si era presentato in Tribunale accompagnato dai carabinieri, aveva citato Martin Luther King, ringraziato proprio le decine di fedelissimi che, per manifestargli sostegno, avevano organizzato una fiaccolata sotto l’abitazione in cui, dall’altro ieri è detenuto agli arresti domiciliari: “Grazie di cuore … per la splendida manifestazione di solidarietà… Mi avete veramente commosso. Si va avanti senza se e senza ma“.
La sfida a Salvini a Grillo, poi il video su Facebook
Il vulcanico De Luca subito dopo il verdetto odierno è diventato incontenibile: “Ora vado alla Regione anche contro Salvini che su di me ha dato dei giudizi falsi. In questo tribunale ci sono giudici onesti e altri meno. Ho sempre denunciato il verminaio e continuerò a farlo”. Dimenticando forse di essere ai domiciliari è stato portato via dai carabinieri a casa. Poi in un post su Facebook, come aveva già fatto nei giorni scorsi, un altro show: “Non accetto di essere definito dagli improvvisati grillini e da quell’ignorante di Salvini come impresentabile. Salvini è venuto anche ai nostri convegni Fenapi e voleva lui che io entrassi nella Lega. Sfido Salvini e Grillo sulla buona politica. Io non sono un politico sono un amministratore ho fatto del buon governo la base della mia attività”.
La sentenza fa esultare Giovanni Frazzica, coordinatore provinciale dell’Udc a Messina: “La motivazione per cui l’onorevole Cateno De Luca veniva considerato da diversi soggetti della politica incluso nell’elenco dei cosiddetti impresentabili è stata radicalmente rimossa con la odierna sentenza del Tribunale di Messina. Nel ribadire la nostra fiducia nei confronti dell’operato della magistratura, auspichiamo che possa riprendere la sua attività politica con rinnovata serenità”. De Luca resta imputato e con la rinuncia alla prescrizione potrà essere assolto, ma anche condannato. Prima che questo accada il deputato si dovrà presentare già domani davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia che ha disposto i domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su una evasione fiscale da un milione e 750mila euro. “Risponderà a tutte le domande – annuncia il professor Taormina – Non gli si può chiudere la bocca. In questo caso si tratta proprio di un arresto a orologeria, è evidente. Si tratta di una vicenda che va avanti da sette anni. I costi che vengono considerati inesistenti in realtà sono non inerenti, è un’altra cosa. Quattro su cinque dei reati inoltre, se non sono prescritti, lo saranno entro la fine del 2017 o comunque a breve. Abbiamo anche pendenti alcuni ricorsi davanti alle commissioni tributarie, ma siamo fiduciosi”.
In attesa di quello che potrà avvenire De Luca, che rischiava di essere sospeso per 18 mesi dall’Assemblea regionale siciliana in base alla legge Severino, potrà anche fare il suo ingresso a palazzo dei Normanni appena gli verranno tolti i domiciliari. Ancora la proclamazione ufficiale non è avvenuta, ma De Luca è uno dei 70 deputati entranti. Il primo dei non eletti della lista provinciale Udc Sicilia vera è Danilo Lo Giudice un “fedelissimo” del deputato. De Luca pare abbia annunciato di volersi candidare a sindaco di Messina e per farlo dovrebbe dimettersi dal parlamento siciliano. Lasciando quindi il seggio a Lo Giudice, ma questa è un’altra storia.