Un clic di mouse seduti davanti al nostro pc e l’acquisto è bell’e che fatto. Ma cosa succede subito dopo nel magazzino di Amazon dove si prepara il pacco per la spedizione? E ai driver che lo porteranno fino a casa nostra, guidati da un algoritmo che impone loro una tabella di marcia stringente? Alla rivoluzione che innovazione e nuove tecnologie stanno imponendo al mondo del lavoro Fq Millennium dedica il numero in edicola questo mese. Da un lato il rischio della perdita di posti di lavoro. Dall’altro quello che peggiori la qualità del lavoro di chi un posto lo preserva. “Devo andare a 220 all’ora a volte per rispettare l’algoritmo – dice uno dei driver che lavorano per Amazon – Io il piede lo devo schiacciare. E vado contro il codice della strada, rischiando la mia vita e quella degli altri”. E aggiunge: “Quando cliccate online ricordatevi di noi“. Questioni sottolineate anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti dal palco del convegno ‘Tra un clic e un altro’, organizzato a Milano dalla Filt-Cgil e dedicato alla logistica, uno dei settori dove le trasformazioni sono più evidenti: “Se dentro la dinamica dell’innovazione e della digitalizzazione ci portiamo a casa una drastica polarizzazione tra un numero limitato di lavoratori che stanno in un’area ad alti salari e un nucleo importante di lavoratori sfruttati e senza diritti, non va mica bene”. Ragioni che spingono alcuni dei presenti al convegno a non fare acquisti con strumenti come Amazon Prime: “Ho un po’ di diffidenza nei confronti di questo strumento, anche per le problematiche emerse”, dice Elena Buscemi, consigliera delegata al Lavoro della città metropolitana di Milano. “Mi piacerebbe che prima si sistemasse la filiera e si mettessero le regole – ragiona Emanuele Barosselli, sindacalista della Filt che segue i lavoratori Amazon – Poi incomincerò a comprare volentieri su Amazon, perché è un servizio efficiente e utile, è il futuro”. Stefano Malorgio, segretario generale della Filt Cgil, ammette invece di utilizzarlo già: “Si può essere Amazon Prime senza per questo schiacciare i diritti dei lavoratori. La strada è lunga, servirà l’intelligenza e servirà tanta lotta”. E il ministro Poletti? “Ho un’attitudine a comprare guardando in faccia le persone che ho dall’altra parte, volendo vedere l’oggetto – risponde – Da questo punto di vista sono antico e romantico”.
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