Al momento, gli unici indagati, con le ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere, sono lʼex maresciallo dei carabinieri di Arce, la moglie e il figlio. Dalle 250 pagine di relazione emerge che la ferita sul capo della 18enne uccisa è compatibile con la rottura trovata sulla porta di un alloggio nella caserma
Potrebbe esserci una svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Serena Mollicone, un giallo che da sedici resta irrisolto. La studentessa era stata trovata morta il 3 giugno 2001, legata e imbavagliata in un boschetto di Anitrella, uccisa da una ferita alla testa. La nuova perizia medico-legale presentata ai magistrati fa emergere nuovi particolari sul caso: la ferita trovata sulla testa della ragazza è compatibile con la rottura trovata sulla porta di un alloggio nella caserma dei carabinieri di Arce, dove la giovane si sarebbe recata il primo giugno, cioè due giorni prima di essere ritrovata senza vita per denunciare il figlio dell’ex maresciallo, forse per una questione di droga, e da lì non sarebbe mai più uscita.
Una ricostruzione contenuta in oltre 250 pagine consegnate ai magistrati di Cassino da Cristina Cattaneo, il medico legale responsabile dell’Istituto di medicina legale di Milano, che per mesi ha svolto accertamenti sul corpo della ragazza, riesumato un anno e mezzo fa e portato a Milano. Una relazione ampia e molto attesa, che potrebbe presto portare a fare importanti passi in avanti nell’inchiesta sull’omicidio della giovane.
Da questi nuovi esami è emerso infatti che la ragazza sarebbe stata picchiata brutalmente e, dopo alcune ore, soffocata con un sacchetto di plastica. Una vicenda che in questi anni ha subito molti colpi di scena e depistaggi, e che vede al momento come unici indagati proprio l’ex maresciallo dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie e il figlio. Sui tre pende l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ancora non confermata da tutti gli esami e accertamenti svolti fino ad oggi.
Nonostante siano passati molti anni dal delitto, i genitori di Serena si dicono fiduciosi di ottenere finalmente giustizia: “Da questi nuovi elementi – dicono – possono arrivare elementi importanti e decisivi”. “La relazione medico-legale – ha commentato l’avvocato Dario De Santis, che difende la famiglia Mollicone – è sicuramente un elemento importante, che potrebbe anche rivelarsi decisivo. Aspettiamo di leggerla per capire bene, prima di decidere eventuali altre iniziative”. Per il legale “gli accertamenti sono stati svolti nel modo più completo possibile”.