Debora Serracchiani non si ricandida alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia. L’annuncio, che circolava da tempo a Trieste, è stato dato, con qualche lacrima, dalla stessa governatrice all’assemblea regionale del Partito democratico che si è tenuta a Udine. L’avvocatessa però non lascia il palcoscenico. Anzi. Si candiderà alle prossime elezioni nazionali e ambisce, oltre che a rientrare in Parlamento, anche a svolgere un ruolo di primo piano nella politica del centrosinistra italiano.

Comunicando la sua decisione, Serracchiani non solo ha tracciato la rotta del partito per individuare il candidato alla sua successione, ma ha anche lanciato un segnale sul piano nazionale. “Aprire a sinistra è importantissimo, abbiamo governato questa Regione con una maggioranza larga. Credo che troveremo spunti programmatici comuni con la sinistra e con tutti coloro che reputano positivo il lavoro fatto in questi anni”. E’ il modello che in Friuli ha portato la combattiva governatrice alla vittoria nel 2013, anche se con una manciata di voti (circa 2mila) su Renzo Tondo, il concorrente di centrodestra. Non solo la Serracchiani non ha preclusioni per i vecchi compagni di strada del Pd, ma è convinta che nel futuro del centrosinistra sia necessario trovare le strade per un accordo.

Impossibile non leggere in queste parole l’agenda per il rinnovo del Parlamento, mentre si incrociano segnali controversi sul destino elettorale del Pd. La voce che arriva dal Friuli è molto chiara. “Il mandato che ho svolto con passione, coraggio e determinazione, è giunto al termine. – ha detto Debora Serracchiani – Non è una scelta facile, per i mille tenaci legami che mi stringono a questa terra e a tutta la nostra gente. Ma ora deve aprirsi una fase nuova, cui sicuramente vorrò dare un contributo da dove ho iniziato la mia esperienza, cioè la dimensione nazionale”.

Cosa farà adesso il Pd friulano? Innanzitutto le primarie, entro il 3 dicembre, per individuare il candidato. E’ uscito subito allo scoperto l’attuale vicepresidente Sergio Bolzonello, che ha già lanciato il guanto della sfida. E ha incassato un’importante investitura. All’assemblea del Pd friulano è intervenuto il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato. Che ha dato la sua benedizione. “Quando fai le riforme perdi consenso, quando cerchi di mettere in moto interi settori della società dando uno scossone, dai fastidio. Noi lo abbiamo fatto a livello nazionale e regionale. Oggi il clima interno ed esterno al partito è decisamente migliore di quello delle passate elezioni regionali, quindi guardiamo con ottimismo alle prossime sfide. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto fatto. Oggi Sergio Bolzonello si è messo a disposizione e credo che questa disponibilità vada accolta”.

Corsa in discesa, almeno all’interno del partito. Anche perchè ha annunciato di volersi far da parte come possibile avversario il presidente del consiglio regionale Franco Jacop, che avrebbe ricevuto rassicurazioni su un posto pronto per Montecitorio. E così Bolzonello si avvia verso l’investitura con l’appoggio di Debora Serracchiani, Ettore Rosato, la segretaria regionale Antonella Grim, il capogruppo in consiglio Diego Moretti, gli assessori Sara Vito, Gianni Torrenti e Mariagrazia Santoro. A favore anche la componente orlandiana, che si rifa a Cristiano Shaurli. Tutto fatto? Lo diranno le primarie, anche se qualcuno vagheggia il ritorno di Riccardo Illy, l’imprenditore del caffè che sembra comunque aver fatto il suo tempo.

Siamo ancora alle prime battute di una campagna elettorale che si preannuncia lunga e combattuta. Il centrodestra al momento sta mostrando tutte le sue diverse anime, che cercheranno alla fine un accordo su un nome, per replicare il caso Sicilia. In passato hanno infatti pagato in Friuli un pesante scotto alle loro divisioni. Forza Italia, per bocca del capogruppo alla Camera Renato Brunetta, ha indicato l’ex assessore Riccardo Riccardi. Matteo Salvini, per la Lega Nord, ha già fatto il nome del parlamentare Massimiliano Fedriga. E Fratelli d’Italia punta sull’ex vicepresidente della Regione Luca Ciriani o sull’ex presidente della provincia di Trieste, Fabio Scoccimarro. Le carte sono sul tavolo, la partita è cominciata.

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