Visita istituzionale a Washington per il vicepresidente della Camera e candidato premier 5 stelle che ha parlato delle priorità grilline in politica estera e delle posizioni su cui intendono lavorare maggiormente. E sulla Nato ha assicurato che non intende promuovere l'uscita dell'Italia
“Gli Usa alleati principali, la Russia interlocutore storico”. E sulla Nato: “Noi siamo per restare ma abbiamo perplessità”. E dal governo americano prenderebbe la riforma fiscale di Donald Trump. Il candidato premier M5s Luigi Di Maio, dopo la sconfitta alla regionali in Sicilia, è negli Stati Uniti per un viaggio istituzionale come vicepresidente della Camera e principale esponente del Movimento. Un’occasione importante per mandare segnali di credibilità all’estero e per provare a rafforzare la propria immagine con gli altri Paesi. “L’Italia non deve restare isolata”, ha dichiarato Di Maio, “per quanto ci abbiamo demonizzato come isolazionisti l’obiettivo è fare in modo che questo paese abbia più relazioni internazionali possibili in un’ottica in cui gli Usa sono uno dei nostri principali alleati e la Russia un nostro interlocutore storico. Siamo sempre stati uno di quei Paesi al centro del Mediterraneo alleati dell’Occidente che hanno sempre avuto buone relazioni con altri Paesi fuori del blocco occidentale”. Il risultato, dice lo stesso Di Maio dopo l’incontro con Conrad Tribble, vice-assistente del segretario di Stato per gli Affari europei, è che “il dipartimento di stato Usa ha espresso apprezzamento per quelle che sono le posizioni del M5s, abbiamo eliminato le dicerie, le demonizzazioni del movimento sulla politica estera”. Di Maio, accompagnato dall’ambasciatore Armando Varricchio, ha incontrato al Congresso anche alcuni parlamentari democratici e repubblicani con i quali ha parlato tra l’altro di Nato, Ue, sanzioni a Russia, riforma fiscale, politica interna e risultato del Movimento in Sicilia “che ci ha confermato come prima forza politica del paese al 35%”, anche se il leader Cinquestelle ha spiegato agli americani che “quel risultato è falsato dal fatto che ci sono dinamiche territoriali legate alle preferenze che a livello nazionale non ci saranno e quindi contiamo di essere ancora fermamente la prima forza politica che può andare al governo”.
I grillini sono da sempre stati accusati di cercare un’intesa con la Russia e Di Maio con questo intervento e questo viaggio istituzionale ha proprio voluto cercare di chiarire la posizione del Movimento. Tanto che la riforma fiscale repubblicana è un esempio da seguire per il M5s. “Abbiamo parlato della riforma fiscale che si sta facendo qui e che noi vorremmo riprodurre anche nel nostro Paese, abbattendo le tasse sulle imprese anche attingendo al deficit” dice Di Maio.
Quanto alle politiche comunitarie, Di Maio ha chiarito che “se il Movimento Cinque Stelle andrà al governo resterà nella Ue ma magari metterà in discussione alcuni trattati e la questione del deficit al 3%“:
Sulla Nato i Cinquestelle in passato non avevano nascosto posizioni radicali, fino ad arrivare a ipotizzare un’uscita dall’organismo, salvo poi girare sulla necessità di una riforma. “Qualsiasi messa in discussione su questo fronte deve essere legata a un dialogo con gli Stati Uniti”, ha detto Di Maio ribadendo la versione più diplomatica. “Attualmente il nostro obiettivo è che quando si prendono decisioni in Italia che riguardano la Nato, il Parlamento deve avere più potere. Da questo punto di vista non c’è un pregiudizio ideologico nei confronti degli americani dell’essere nostri alleati”. Quindi ha assicurato di non volere l’uscita dalla Nato: “Abbiamo sempre detto e lo dirò anche oggi che il nostro obiettivo è restare nella Nato ma abbiamo perplessità sulla spesa al 2% del Pil in armamenti. A noi farebbe piacere avviare dei progetti in ottica di sicurezza per rafforzare l’intelligence, investimenti in innovazione che possano anche essere partnership esclusive con gli Stati Uniti”.
A questo proposito per Di Maio l’Italia deve abbandonare l’Afganistan. “Sull’intervento in Afghanistan siamo sempre stati chiari – dice – Per noi quello è un intervento che per la spesa pubblica italiana è insostenibile”. Il ritiro delle truppe italiane “è già nel nostro programma ed era già nelle nostre proposte. Ma non siamo pregiudizialmente contro missioni di pace all’estero, specialmente quelle a guida italiana che hanno reso lustro alle nostre truppe. Non c’è pregiudizio ideologico”, ha detto.
Di Maio ha poi continuato parlando del fatto che la priorità del programma M5s è quella di puntare sull’export delle eccellenze italiane e sulla protezione del mercato interno: “Sul piano bilaterale Italia-Usa e dei rapporti Ue-Usa lavoriamo per proteggere il nostro mercato interno in un’ottica di scambi, la priorità è l’export delle nostre eccellenze e lì ci sono ancora tante cose da fare , soprattutto nell’agroalimentare. Abbiamo molte imprese anche grandi che chiedono maggiori relazioni commerciali con Usa. Spero di poterne parlare oggi con membri congresso dare alle nostre imprese maggiori possibilità di esportazione in questo Paese, c’è una grande domanda, ma ci sono anche delle dinamiche commerciali che potrebbero essere favorite. Sul piano multilaterale invece dobbiamo capire quali sono le cose che avvantaggiano l’Italia e quali no”.