“Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell’omosessualità nell’uomo?”. È il testo di una delle domande del Progress test svolto oggi nelle università italiane con corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Un quesito inserito nel gruppo di domande su diagnosi, genetica, malattie e comportamenti da tenere dinnanzi a certe malattie. Che ovviamente ha fatto scoppiare la polemiche. “È di una gravità inaudita che sia stata inserita una simile domanda nel Progress test di medicina e chirurgia”, ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, auspicando che la domanda sia eliminata e venga sanzionato il responsabile.

“È francamente incredibile e a dir poco inaccettabile – continua – che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie. Mi auguro che la Conferenza dei corsi di laurea in medicina provveda a eliminare dall’elenco delle domande del Progress test quel vergognoso quesito, che le risposte a esso date non siano tenute in considerazione ai fini della valutazione del progresso nell’apprendimento di studentesse e studenti, e che il responsabile di quanto accaduto sia adeguatamente sanzionato“.

Il Progress test viene organizzato dalla Conferenza dei Presidenti dei Collegi didattici dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia delle università italiane e non ha nulla a che vedere – spiegano da viale Trastevere – con l’esame di Stato in Medicina di cui responsabile è il Miur. È nato negli atenei italiani nel 2008 con l’obiettivo di monitorare, attraverso una serie di domande a risposta aperta, i livelli di acquisizione delle competenze effettivamente e progressivamente raggiunte da studentesse e studenti nel corso degli anni dell’iter universitario.

Il caso era stato sollevato da Marco Grimaldi, consigliere regionale in Piemonte di Sinistra Italiana, e da Cathy La Torre,  ex consigliera comunale di Sel a Bologna, attivista Lgbt e vicepresidente del Movimento identità transessuale. “Abbiamo avuto, in forma anonima, una delle domande del test Progress sottoposta oggi a 33.000 studenti di Medicina. I test progress sono somministrati a tutti gli studenti di medicina per valutarne i progressi nell’apprendimento. Questa domanda è inserita nel contesto di un test su diagnosi, genetica, malattie e comportamenti da tenere dinnanzi a certe malattie. Dunque vogliamo sapere, e lo pretendiamo: se la comunità medica italiana, ritiene ancora che l’omosessualità sia una malattia? Pretendiamo una risposta dalla Conferenza del Presidi delle facoltà di Medicina: perché questa domanda nel 2017?”

 

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