La commissione Affari costituzionali ha approvato il disegno di legge sul riconoscimento del "Canto degli italiani" di Goffredo Mameli come inno nazionale. L'approvazione colma un vuoto legislativo che si trascinava dal 1946, quando la canzone di Mameli e Novaro fu utilizzata per la prima volta in maniera provvisoria
Con 71 anni di ritardo, l’inno di Mameli è ufficialmente l’inno nazionale italiano. La commissione Affari costituzionali ha approvato il ddl sul riconoscimento del “Canto degli italiani” di Goffredo Mameli come inno nazionale. Passata alla Camera lo scorso 25 ottobre, l’approvazione di questa legge colma un buco legislativo che si trascinava dal 1946, quando la canzone fu scelta come inno nazionale provvisorio. Da allora, nessuna legge lo aveva reso definitivo.
L’inno di Mameli era stato scelto – in via provvisoria – durante un Consiglio dei ministri del 12 ottobre 1946 presieduto da Alcide De Gasperi. Proposte di legge per riconoscere ufficialmente “Fratelli d’Italia” erano già state presentate nelle precedenti legislature, senza però che si arrivasse alla definitiva approvazione. Nel 2012, invece, il Parlamento aveva approvato una legge che prevedeva l’insegnamento dell’Inno di Mameli nelle scuole. Fratelli d’Italia ha battuto la concorrenza di Va pensiero, il coro dal Nabucco di Giuseppe Verdi proposto dalla Lega Nord come “inno alternativo”. Lega che al momento dell’approvazione sia alla Camera che al Senato era assente, anche se Roberto Calderoli ha assicurato che non si è trattato di una scelta politica ma una semplice coincidenza di impegni dei senatori in più commissioni.
L’inno, composto da sei strofe, fu scritto da Goffredo Mameli il 10 settembre 1847. Musicato da Michele Novaro nel novembre dello stesso anno, fu adottato per la prima volta a Genova durante una festa popolare. Dopo i moti del 1848, fu adottato dai volontari che combattevano nella guerra di Lombardia contro l’Austria divenendo il canto risorgimentale più popolare. “È un atto di grande valore simbolico – dichiara Umberto D’Ottavio, deputato Pd primo firmatario della proposta di legge – Il Parlamento dimostra di essere in sintonia con gli italiani che in ogni occasione cantano l’inno con grande partecipazione”. Una decisione che sarà sicuramente ben vista anche dai connazionali che vivono all’estero: “Conoscono bene la potenza evocativa di questo canto – sostiene Laura Garavini, Pd, eletta nella circoscrizione estero – Gli italiani all’estero si riconoscono da sempre in esso, consapevoli della comunanza di valori e del senso di appartenenza che rappresenta per tutti noi, in qualsiasi luogo”.