il volontario italiano della Ong Sea Watch Gennaro Giudetti torna a raccontare quanto accaduto nel Mar Mediterraneo, a trenta miglia dalle coste libiche lo scorso 6 novembre scorso. E lo fa in una conferenza stampa alla Camera, organizzata da Giuseppe Civati, leader di Possibile. “Quando ho visto le violenze dei libici sui migranti, mi sono detto io da italiano non posso tacere, perché quei soldi, quelle navi, le abbiamo pagata noi con le nostre tasse. Non è possibile. Usiamo i soldi in maniera diversa, così non va bene”. Giudetti racconta di come i libici abbiano ostacolato le operazioni delle Ong tedesca – nonostante Sea Watch fosse stata attivata dalla Guardia Costiera italiana – nel recupero dei migranti, stipati a bordo di un gommone e poi finiti in acqua: “I libici ci hanno minacciato ed ostacolato”. Per il giovane volontario, che racconta la difficile situazione di ritrovarsi in mare aperto e di dover decidere in pochi attimi, chi salvare e chi no “siamo anestetizzati dai numeri: altri tre, cinque, venti morti in mare. Dobbiamo sentirci tutti in colpa come italiani per tutto quello che con le nostre tasse paghiamo per gli accordi che abbiamo fatto con la Libia”. “In questo Paese prendersela con il ministro dell’Interno è sempre un po’ problematico – afferma durante la conferenza stampa a Montecitorio, Giuseppe Civati – c’è una forma di soggezione psicologica. Per la prima volta c’è una responsabilità diretta dello Stato italiano che finanzia queste operazioni, i protagonisti di queste operazioni, che millanta di aver accordi blindatissimi che evidentemente non ha e che mantiene un sistema del tutto oscuro, perché poi non abbiamo solo testimonianze come quella di Gennaro. Esseri umani muoiono in mare, altri vengono torturati in Libia: è facile poi dire ‘abbiamo diminuiti gli sbarchi’ se questo è il prezzo è stato pagato, è stato un prezzo altissimo” conclude Civati
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