Dalle testimonianze raccolte emerge che le 26 donne trovate cadavere - decedute con ogni probabilità per annegamento - non sono le uniche vittime dell'affondamento del gommone a bordo del quale viaggiavano 150 persone o più
Sono circa cento i migranti dispersi caduti in mare a seguito dell’affondamento del gommone affondato al largo delle coste libiche lo scorso 3 novembre e soccorso dalla nave spagnola Esps Cantabria, giunta poi al porto di Salerno il 5 novembre. Secondo la Procura della città campana, che ha attivato le indagini subito dopo l’arrivo della nave spagnola nel porto campano, i migranti dispersi caduti in mare sono ormai quasi certamente deceduti per annegamento.
L’intervento della nave spagnola ha comunque permesso di trarre in salvo 64 migranti, tra i quali 6 bambini e 2 donne in stato di gravidanza. A bordo del gommone, secondo le testimonianze rese da alcuni dei sopravvissuti, c’erano circa 150 persone e il recupero di soli 64 migranti vivi consente di affermare che i migranti caduti in mare fossero circa un centinaio. A Salerno sono giunti 401 migranti, tutti soccorsi e recuperati in 4 distinti interventi di “search and rescue” effettuati a largo delle coste libiche il 3 novembre scorso. Negli altri 3 interventi, sono stati salvati rispettivamente 146 migranti, di cui 28 bambini e 3 donne in stato di gravidanza, recuperati a bordo di un gommone di colore bianco, 140 migranti tra i quali 12 bambini, recuperati dalla nave Bergamini della Marina Militare italiana e successivamente trasbordati sulla Cantabria, e 53 migranti tra i quali 8 bambini e 2 donne in stato di gravidanza, recuperati a bordo di un natante in vetroresina dalla nave irlandese L.E. Niamh e successivamente trasbordati a bordo della Cantabria.
A bordo della nave spagnola giunta a Salerno erano trasportati i corpi senza vita di 26 donne, 23 delle quali recuperate nel corso dell’intervento che ha permesso di trarre in salvo 64 migranti a bordo di un gommone semiaffondato dal quale, come spiega la Procura di Salerno, presumibilmente erano a bordo altre 100 persone disperse in mare. Le vittime, per quanto emerso dalle visite esterne e dagli esami autoptici svolti dai tecnici nominati dalla Procura sono tutte morte per annegamento. In un caso la morte è stata determinata anche da uno choc emorragico dovuto alla rottura del fegato, senza segni esterni da rapportare a eventi traumatici prima della caduta in acqua. Sulle salme non sono stati riscontrati segni di violenza fisica o sessuale recente. La Procura, dopo aver effettuato tutti i prelievi dei campioni necessari alle future attività di identificazione, ha emesso il nulla osta alla sepoltura dei cadaveri inoltrando la documentazione al Tribunale civile di Salerno per l’autorizzazione al seppellimento delle salme allo stato non identificate.