Un lungo fiume rosso a due passi dall’Ilva di Taranto che sfocia nel mare. Un fenomeno generato dai violenti temporali che si sono abbattuti sulla città pugliese lo scorso martedì. La pioggia si è mescolata alle polveri di minerale dell’impianto siderurgico e ha creato un torrente che ha allarmato gli abitanti della città.

La foto-denuncia è stata pubblicata su Facebook e ritrae una delle due banchine dove le navi cariche di minerali attraccano per scaricare le materie prime. Il Comitato dei genitori tarantini ha inviato una lettera di protesta al governo: “Guardate le immagini, signori del Governo di “questa” Italia, e vergognatevi. Almeno un po’. Guardate quello che combina ciò che considerate “produzione strategica per la nazione”. L’associazione aveva già denunciato le condizioni della zona in caso di maltempo lo scorso 23 ottobre, quando il forte vento aveva alzato le polveri dell’acciaieria fino a oscurare il cielo e spinto il sindaco Rinaldo Melucci a ordinare la chiusura delle scuole nel rione Tamburi, a due passi dal siderugico.

“Anche a Taranto arriva la pioggia, ogni tanto. Un fenomeno naturale in tutto il mondo, ma non qui – continua la lettera – Mentre voi, a Roma, decidete come affossare ancora di più le legittime richieste di un futuro compatibile con il territorio, di tapparvi le orecchie e gli occhi davanti alle evidenti perversioni che impediscono ai tarantini di godere di tutti i diritti previsti dalla stessa Costituzione che voi per primi dovreste rispettare, qui, a Taranto (Italia) vento e pioggia fanno paura“.

Dopo la denuncia, l’azienda ha risposto che la zona immortalata nella foto è “completamente impermeabilizzata” e dotata di appositi cordoli che servono a prevenire potenziali sversamenti di materiale residuo che si può depositare durante le normali procedure di carico-scarico. Secondo fonti dell’Ilva, in questo caso l’acqua si è accumulata in quantità straordinaria, in seguito alle numerose piogge che si sono abbattute sulla città nei giorni scorsi. “Abbiamo chiesto l’intervento di una ditta autorizzata per aspirare l’acqua – hanno fatto sapere fonti interne dell’aziende – Ne sono già state rimosse circa 100 tonnellate“.

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