Se in Italia, come ha evidenziato anche il recente rapporto di Federculture, si legge sempre meno, in Cina c’è un vero e proprio boom degli ebook. Secondo il rapporto del CNNIC-China Internet Network Information Center o Centro per l’Informazione sulle Rete Internet in Cina, nel 2017 vi sono ben 352 milioni di iscritti a siti di letteratura, vale a dire la metà dei 700 milioni di utenti della Rete.
I lettori di ebook in Cina crescono di decine di milioni ogni anno, un numero al cospetto del quale quelli dell’Occidente diventano lillipuziani. Un tale incremento non se lo aspettava nemmeno Ning Ken, autore molto apprezzato, vincitore del primo concorso letterario di opere online e vicedirettore della rivista Chi Yue (Ottobre). In un’intervista al China Daily, lo scrittore ha sottolineato che il grande sviluppo della letteratura online ha penalizzato un po’ la qualità e che sarebbe necessario che gli autori si impegnassero per migliorare le loro opere. Infatti, ben celati nelle categorie “fantasy” e “romanticismo”, sono apparsi molti romanzi leggermente pornografici e anche un po’ volgari.
Ma questa esplosione di lettori nel Paese del Dragone dovrebbe far riflettere i nostri editori e magari stimolarli nella pubblicazioni delle opere di italiani in lingua cinese e in versione digitale. Purtroppo per gli autori autopubblicati è un po’ più difficile, infatti, la traduzione in cinese ha costi decisamente alti. Forse Amazon Publishing sta già pensando di tradurre i propri autori e proporli in Cina.
E ora torniamo in Italia per spendere due parole sui dati diffusi nel 13° Rapporto Annuale Federculture “Impresa Cultura. Gestione, Innovazione, Sostenibilità”. La cultura dà segnali di ripresa. I cittadini tornano a spendere nel settore: 68,4 miliardi nel 2016, l’1,7% in più sul 2015 e il 7% in tre anni recuperando circa 4 miliardi dopo il crollo dei consumi del 2013. Anche il turismo vola: nel 2016 gli esercizi ricettivi hanno registrato il massimo storico di arrivi (116,9 milioni) e di presenze (403 milioni). Ma non tutto nel settore va bene, un dato su tutti: la lettura nel nostro Paese è ancora abitudine di pochi, solo il 40,5% degli italiani legge almeno un libro l’anno e appena l’8,3% lo fa in formato e-book. Complessivamente il calo è stato del 3,6%, ma nei giovani tra i 15 e i 17 anni, il decremento è addirittura del 12,6%. Un dato che purtroppo non registra reali inversioni di tendenza: nel 2010 i lettori erano il 46,8%.
Però noi amanti dei libri non ci lasciamo abbattere e continuiamo a diffondere il piacere della lettura, soprattutto non incoraggiamo inutili guerre tra cartaceo e digitale. Per questo apprezzo le manifestazioni quali BookCity, che si tiene a Milano dal 16 (oggi) al 20 novembre, dove c’è spazio per tutti i libri e per tutti gli autori. In particolare, sabato 18 novembre alle 15.30 alla Fondazione Piero Portaluppi si terrà un incontro con un titolo decisamente stimolante “L’amico dei libri? L’eBook”. Sette autori, coordinati dall’editore Luciano Simonelli, spiegheranno perché non ci deve essere guerra tra le due versioni e perché il digitale può essere solo un prezioso alleato per il cartaceo.