Il ministero delle Politiche Agricole ha risposto all’interrogazione parlamentare del deputato campano sulla denominazione DOP al prodotto murgiano: il marchio ‘Mozzarella di Gioia del Colle’ proposto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 agosto non induce in errore il consumatore
Sulla guerra della mozzarella il governo dà ragione alla Puglia. Il ministero delle Politiche Agricole ha infatti risposto all’interrogazione parlamentare del deputato campano Paolo Russo (FI) sulla denominazione DOP al prodotto murgiano, sottolineando che il marchio ‘Mozzarella di Gioia del Colle’ proposto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 agosto non induce in errore il consumatore. Proprio il contrario di ciò che afferma il deputato che, a settembre, aveva anche lanciato una petizione sulla piattaforma change.org per chiedere al ministro delle Politiche agricole di sospendere la procedura per il riconoscimento del marchio dop alla mozzarella di Gioia del Colle. La prima reazione è arrivata proprio da Russo: “Il Ministero delle Politiche agricole tradisce la mozzarella di bufala campana Dop ed i suoi territori di produzione – ha detto – consentendo l’attribuzione di un’altra denominazione d’origine protetta ad un prodotto che non é mozzarella ma treccia”.
LA POSIZIONE DEL MINISTERO – La risposta del ministero dell’Agricoltura è arrivata nel question time attraverso le parole del sottosegretario Giuseppe Castiglione secondo cui, fermo restando il periodo di presentazione delle opposizioni tuttora in corso, sono ritenuti finora sussistenti i requisiti indicati nella normativa vigente. “Mi riferisco in particolare – ha dichiarato il sottosegretario – all’uso del nome oggetto di richiesta di riconoscimento e al legame con la zona geografica, che non risultano tali da indurre in errore il consumatore, in ordine alla natura del prodotto, in linea con il disciplinare di produzione”. Ad oggi l’unica ‘mozzarella di bufala’ è quella campana Dop. Chiunque altro produca in Italia o nell’Unione europea una mozzarella con latte bufalino non Dop può farlo ma solamente utilizzando la formula del doppio genitivo “mozzarella di latte di bufala” alla quale non può essere associata in alcun modo una denominazione geografica. Russo, invece, richiamava il Governo a “ritenere più utile e rispondente alla natura del prodotto che la denominazione fosse attribuita non a ‘mozzarella’ in generale ma alla Treccia dei Trulli e di Barsento, senza creare duplicati dannosi per entrambe le filiere produttive”.
LE REAZIONI – Duro il commento del deputato campano. “La confusione – ha evidenziato il parlamentare – regnerà sovrana e ne farà le spese l’intera filiera, l’intero universo di agricoltori, allevatori e produttori che, con le loro famiglie, hanno costruito giorno dopo giorno un pezzo di economia che produce ricchezza e valore per l’Italia intera”. Secondo Russo “il ministero alimenta e si presta ad ogni confusione a danno del terzo prodotto a marchio italiano, della prima ed unica DOP del Mezzogiorno che varca i confini nazionali”. Ma il parlamentare se la prende anche con la Regione Campania, accusandola di non essersi attivata abbastanza. “A mala pena – ha detto Russo – ha presentato una, evidentemente inadeguata ed inascoltata, osservazione. Il presidente della Regione intervenga subito per rimediare alle proprie assenze e ai propri ritardi e si faccia sentire anche il sistema di rappresentanza delle imprese che costituiscono l’unico motore produttivo della nostra Campania”. Soddisfatto, invece, per la risposta di Castiglione il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera, secondo cui la risposta al question time “ribadisce quanto noto a tutti al di là di ogni strumentalizzazione campanilistica che vorrebbe instaurare una inutile e dannosa ‘guerra delle mozzarelle’, conflitto tutto italiano e meridionale con la contrapposizione tra due tipicità vanto del made in Italy”.
La speranza del deputato pugliese è che “la risposta del sottosegretario Castiglione ponga fine anche la querelle territoriale che ha visto confrontarsi, senza cognizione di causa, persino i presidenti di Regione Michele Emiliano e Vincenzo De Luca”. Una guerra tra la spinta propositiva della Puglia e i timori che arrivano sulla Campania e che riguarda un prodotto che è più di un simbolo, ma è la linfa vitale di un comparto che continua a dare frutti positivi. Recenti i dati sulla bufala campana, elaborati dal Consorzio di Tutela e l’analisi sulle esportazioni di Coldiretti, che premia la performance della mozzarella Dop, soprattutto in Francia. Dal 2006 al 2016 l’export della mozzarella di bufala campana Dop è cresciuto di oltre il 100%, passando dal 15,6% al 32,1%, mentre la produzione è aumentata del 31%. E il 2017 promette altrettanti risultati positivi.