In base al testo, sul quale ora si aprirà la fase negoziale in Consiglio, il Paese in cui un richiedente asilo arriva per primo non sarebbe più automaticamente e unicamente responsabile di valutarne la richiesta. I richiedenti asilo dovrebbero invece essere distribuiti in tutti gli Stati dell’Unione Europea
La plenaria del Parlamento europeo dà il suo via libera ai negoziati con il Consiglio e la Commissione sulla riforma del regolamento di Dublino. La luce verde è arrivata con 390 sì, 175 no e 44 astenuti. Il 19 ottobre il testo era stato approvato in Commissione libertà civili con 43 sì e 16 no. “Le modifiche proposte mirano a porre rimedio alle carenze dell’attuale sistema e a garantire che tutti gli Stati membri accettino la propria parte di responsabilità per l’accoglienza dei richiedenti asilo”, si legge in una nota. Ora il testo sarà oggetto di discussione all’interno del Consiglio europeo.
A votare contro sono stati in larga parte gli eurodeputati dei Paesi Visegrad (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) di vari schieramenti, a destra ma anche qualcuno a sinistra, i britannici conservatori dell’Ecr e l’Ukip. Gli eurodeputati italiani, come preannunciato alla vigilia dalle varie delegazioni, si sono divisi sul voto. Favorevoli i parlamentari del Ppe (Forza Italia, Ap), i socialisti (Pd, Mdp, Possibile), quelli della Sinistra unitaria (Tsipras). Contrari quelli della delegazione M5s, che hanno votato no. Astenuti i parlamentari della Lega Nord.
Cosa prevede la proposta – Con la proposta del Parlamento, il Paese in cui un richiedente asilo arriva per primo non sarebbe più automaticamente e unicamente responsabile di valutarne la richiesta. I richiedenti dovrebbero invece essere distribuiti in tutti gli Stati dell’Ue e sarebbero ricollocati in un altro Stato membro rapidamente e in maniera automatica. In base al testo della relatrice, la liberale svedese Cecilia Wikstrom, gli Stati membri che non accetteranno la loro quota di richiedenti asilo correrebbero il rischio di veder ridotto l’accesso ai fondi Ue.
Il testo prevede tra i vari punti anche un periodo transitorio di tre anni e un meccanismo ‘filtro’ per scremare, tra i richiedenti asilo, quelli con poche chance di vedere accolta la loro domanda. Per questi ultimi la domanda resterebbe a carico del Paese di ingresso, che dovrebbe occuparsi del rimpatrio, con un sostegno aggiuntivo da parte dell’Ue. Tutte queste proposte potrebbero tuttavia uscire stravolte dal negoziato. I governi dell’Unione, rappresentati nel Consiglio, non hanno ancora raggiunto una posizione comune per farlo partire.
M5s: “I migranti economici restano in Italia” – “La nuova riforma è una gabbia perché obbliga l’Italia a gestire tutti i migranti economici arrivati – il commento dell’eurodeputata grillina Laura Ferrara – per loro, non è previsto nessun ricollocamento, nessuna solidarietà europea, nessuna condivisione degli oneri. È quello che voleva la Merkel. Forza Italia e Pd hanno voluto l’ennesima truffa per gli italiani che pagheremo a caro prezzo negli anni a venire. La Lega si è accodata perché brama solo le poltrone, come dimostrato dal voto sul Rosatellum L’astensione della Lega è l’ennesima genuflessione di chi non vuole schiacciare i piedi al padrone Berlusconi”.
Salvini: “M5s difende il business delle coop” – “Dalla Lega nessun appoggio al Pd – la replica di Matteo Salvini – anzi è vero il contrario: sono proprio i grillini che oggi a Strasburgo, con il loro voto contrario, hanno difeso l’invasione continua di immigrati nel nostro Paese. La Lega si è astenuta perché peggio di così non può andare. E se possiamo ottenere un risultato attraverso una trattativa, noi non ci tiriamo indietro”. “Non abbiamo l’entusiasmo del Pd e di Fi che hanno votato a favore – dice il segretario della Lega, per giustificare l’astensione – ma siamo consapevoli che dire solo no come fanno i grillini significa solo aiutare il business delle cooperative sull’immigrazione e potenziare l’invasione”.
Cos’è il regolamento di Dublino – E’ l’insieme di regole che determina quale Stato membro sia responsabile del trattamento di una domanda di protezione internazionale. Il diritto di chiedere asilo è sancito dalle Convenzioni di Ginevra, che sono state firmate da tutti gli Stati membri e integrate nei Trattati europei.