Sui social si chiamava "Marco Scout" e entrava in contatto con ragazzi gay o bisessuali che avevano bisogno di soldi. Si fingeva un coetaneo e conquistava la loro fiducia, poi passava il contatto di un fantomatico amico che dava loro appuntamento in zone periferiche. Dove avvenivano i rapporti sessuali
Su Facebook aveva due profili: uno in cui diceva di essere un adolescente, uno in cui si spacciava per fotografo. Uno schema ben collaudato per adescare ragazzini a cui estorcere rapporti sessuali offrendo 20, 40 e 100 euro in cambio di sesso. Il 58enne Marco Saporiti è stato arrestato dai carabinieri di Milano con l’accusa di adescamento di minori, prostituzione minorile, atti sessuali con minorenni e violenza sessuale. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Stefania Pepe sottolinea la sua “spiccata capacità criminale, una elevata pericolosità sociale e un’incapacità di controllare i propri impulsi“. L’uomo era già stato denunciato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nel 1998, accusa dalla quale è stato poi assolto. Nel 2003 è stato arrestato per detenzione di materiale pedopornografico e nel 2015 denunciato per adescamento di minorenni tramite web.
Per i social si chiamava “Marco Scout“ e cercava le sue vittime sulle pagine Facebook dedicate ai ragazzi gay o bisessuali: adolescenti fragili che avevano bisogno di soldi. Si fingeva loro coetaneo e li riempiva di complimenti per conquistarsi la loro fiducia. Una volta entrato in contatto con la vittima, passava all’attacco: proponeva di farsi scattare alcune foto da un suo amico fotografo, Marco Saporiti, aggiungendo come rivelazione confidenziale che l’uomo sarebbe stato disposto a pagare bene in cambio di rapporti sessuali. Poi metteva in contatto il ragazzo con il presunto fotografo che organizzava un incontro. Tutto poi avveniva nel quartiere Gratosoglio o nel parchetto di via Crivelli, vicino a via Chiesa Rossa, zone di periferia dove Saporiti poteva addentrarsi indisturbato nei boschi con le sue vittime o appartarsi in macchina. Il suo orario preferito era la mattina: prendeva accordi per passare a prenderli alle fermate della metro Famagosta e poi li portava nelle aree isolate.
Le indagini hanno preso il via dalle segnalazioni dei genitori di uno dei minori coinvolti, che avevano scoperto strane conversazioni in chat con l’uomo. Dagli accertamenti è emerso che l’uomo era un predatore seriale, un pedofilo che, da marzo a giugno scorsi, era riuscito ad adescare in rete 8 vittime, tutti ragazzini dai 13 ai 17 anni, provenienti da famiglie problematiche, convinti con la promessa di denaro o addirittura di un motorino. Sul computer del 58enne sono stati trovati centinaia di scambi telematici in chat e materiale pedopornografico: l’uomo era un tecnico informatico e, grazie al suo lavoro, sapeva sfruttare a suo favore le insidie della rete.
Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip ha riportato lunghi passaggi delle conversazioni, ottenute tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, avute con i ragazzini, dove emerge anche una sorta di “relazione sentimentale” con un minorenne, con tanto di scenate di gelosia e di nervosismo per appuntamenti rimandati.