Il gruppo tedesco Siemens ha annunciato il taglio di 6.900 posti di lavoro in tutto il mondo. Una decisione anticipata nei giorni scorso quando l’azienda aveva dichiarato che erano in vista “tagli dolorosi“. La notizia è stata ufficializzata oggi a Monaco, in Germania. Oltre ai tagli, Siemens ha previsto la chiusura di due stabilimenti, quelli di Goerlitz e Lipsia, dove lavorano 920 dipendenti.
Il reparto più colpito è il comparto “Power and gas“, che vedrà una contrazione di 6.100 posti di lavoro.”Un taglio di posti di queste dimensioni, alla luce della eccellente situazione dell’impresa, è inaccettabile”, ha fatto sapere il sindacato Ig Metall. Secondo al sindacato, con le misure prese a pagare sono soltanto i dipendenti, mentre “si ignorano i problemi strutturali”.
“Il settore della produzione di energia sta affrontando uno sconvolgimento di portata e velocità mai viste prima – ha dichiarato la dirigente dell’azienda Lisa Davis durante un incontro con i sindacati – l’azione di oggi segue uno sforzo di quasi tre anni per allineare le dimensioni del business ai cambiamenti del mercato”.
Le indiscrezioni sui tagli risalgono ai primi di novembre, quando per la prima volta Siemens aveva parlato apertamente di esuberi. Nonostante le numerose ristrutturazioni degli ultimi anni, l’azienda con sede a Monaco di Baviera aveva sempre evitato pesanti tagli al personale. Una decisione che era stata aspramente criticata dal ministro federale dell’Economia, la socialdemocratica Brigitte Zypries (Spd).
Siemens è la più grande conglomerata per fatturato e numero di dipendenti in Europa. Attiva in 190 Paesi del mondo, ha 360.000 lavoratori divisi nei quattro settori di interesse dell’azienda: Infrastructures and Cities, Industry, Energy, Healthcare.