OGNI TUO RESPIRO di Andy Serkis. Con Andrew Garfield, Claire Foy, Hugh Bonneville. Gran Bretagna 2017. Durata: 114’
Voto 3/5 (DT)
Kenya, sul finire degli anni cinquanta tra i coloni inglesi. La love story tra Robin e Diana Cavendish che nasce gioiosa, ma che dopo pochi mesi si tramuta in sfida alle convenzioni sociali e medico-sanitarie quando lui, giovane e atletico venticinquenne, all’improvviso si trova paralizzato a causa della poliomielite. Dapprima Robin non vuole continuare a vivere attaccato a una macchina per respirare, ma poi convinto dalla moglie si fa trasferire in una casa di campagna e lì sperimenta la sedia a rotelle attaccata a un respiratore ideata da un loro amico, il professor Hall. Robin sopravviverà contro ogni certezza scientifica fino al 1994 quando chiederà all’amico di spegnere la macchina che lo fa respirare. Toccante dramma sentimentale che assume fin da subito un andamento dilatato grazie a un sapiente uso del ralenti e ad una macchina da presa che si muove morbida e sinuosa sempre attorno al letto o alla sedia a rotelle del protagonista. E pur sfiorando le corde della commozione, come la questione etica del fine vita, Ogni tuo respiro offre una delle performance del direttore della fotografia Robert Richardson tra le più incredibili della sua carriera. Al di là della tavolozza pittorica che fa rifulgere soprattutto l’Africa, la mimesi del formato 2.76:1, in voga soltanto tra il 1957 e il 1960 poi riutilizzato da Tarantino (e da Robertson) in Hateful Eight, e da Gareth Edwards in Rogue One, dona un tocco di solenne e ieratico componimento d’ ‘epoca’ pulito e calligrafico da tenere a memoria, corroborato oltretutto dal componimento musicale lezioso di Nitin Sawhney. Prodotto da Jonathan, figlio dei veri Cavendish. Serkis, alla sua prima regia, è il Gollum de Il signore degli anelli.