Centinaia di messaggi di condoglianze, cuori e fiori virtuali. I profili Facebook delle figlie di Totò Riina, il capo dei capi morto venerdì notte nell’ospedale maggiore di Parma, raccolgono il cordoglio per la scomparsa del boss corleonese. Messaggi da tutta Italia, da Merano alla Sicilia, indirizzati a Lucia e Maria Concetta, le due donne di casa, ma anche al genero del numero uno di Cosa Nostra, Antonio Ciavarello, marito di Maria Concetta. Secondo l’uomo, centinaia di segnalazioni al post, hanno spinto Facebook a cancellarlo. Così ha postato una nuova immagine spiegando l’accaduto (“A qualcuno ha dato fastidio il vostro cordoglio”, dice) e sono piovute altre centinaia di commenti. Uno bolla come una panzata ri picuruna (una massa di pecoroni) chi non si duole o non si mostra addolorato: “Sarà solo Dio che potrà decidere se accoglierlo o no”.

“Condoglianze a te e alla tua famiglia per un grande uomo“, scrive qualcuno sotto la foto che ritrae un viso in primo piano con l’espressione “shhh”, cioè la richiesta di silenzio nel momento di lutto, postata dalla figlia. Decine e decine di “vi siamo vicini”, “condoglianze”, “tuo papà riposi in pace”. Maria Concetta, 42 anni, è stata in gioventù una studentessa dai voti eccellenti e nelle rare interviste rilasciate ha sostenuto che il padre “è un lavoratore ingiustamente accusato“, e che contro di lui parlano solo “calunniatori malvagi e senza scrupoli”.

Molto attiva su Facebook, è intervenuta su varie vicende che hanno riguardato la famiglia, così come suo marito, che pure ha voluto ricordare il suocero – sempre sul social – con un fiocco nero. “La morte ridà dignità e ripone tutti alla pari davanti alla grande di Dio”, commenta qualcuno sulla bacheca di Ciavarello. “Riposa in pace zio Totò”, si legge ancora. “Condoglianze alla famiglia, ciao zio Totò”, scrive un altro.

In pochi ricordano i trascorsi di Rina, i suoi 24 anni di latitanza e le 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e quelli del 1993 a Milano, Roma e Firenze.

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