Cronaca

Abusi sessuali sui chierichetti del Papa, il Vaticano conferma: “In corso indagine per far luce sull’accaduto”

I fatti denunciati dalle inchieste delle Iene e dall'ultimo libro di Gianluigi Nuzzi sono al centro di una nuova inchiesta penale. Ne dà notizia un comunicato ufficiale della Santa Sede, da cui si evince che già nel 2013 erano arrivate segnalazioni in tal senso

Il Vaticano apre una nuova indagine sugli abusi sessuali commessi ai danni dei chierichetti del Papa. La notizia arriva dopo poco più di una settimana dall’uscita nel nuovo libro di Gianluigi NuzziPeccato originale (Chiarelettere) e dalle inchieste de Le Iene, che svelano, tra l’altro, i rapporti omossessuali a cui erano costretti alcuni allievi del preseminario vaticano san Pio X. Le sconcertanti testimonianze pubblicate dal giornalista nella sua accurata inchiesta avevano già trovato ampio riscontro nelle dichiarazioni che proprio alcuni dei protagonisti avevano rilasciato a Le Iene. Il programma di Italia 1, però, è andato anche oltre, raccogliendo le parole della vittima di queste molestie.

La conferma della nuova indagine vaticana in corso dopo la pubblicazione del libro di Nuzzi è contenuta in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: “In merito alla vicenda che vede coinvolto un ex alunno del preseminario san Pio X, successivamente ordinato sacerdote, si precisa quanto segue. A seguito di alcune segnalazioni, anonime e non, a partire dal 2013 furono compiute, a più riprese, delle indagini sia da parte dei superiori del preseminario sia da parte del vescovo di Como, atteso che la comunità degli educatori appartiene alla sua diocesi. I fatti denunciati, che risalivano agli anni precedenti e che avrebbero coinvolto alunni coetanei tra loro, alcuni dei quali non più presenti nell’Istituto al momento degli accertamenti, non trovarono adeguata conferma. In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, – prosegue la nota – è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto”.

Dal Vaticano, quindi, arriva più di una conferma sull’attendibilità di quanto mandato in onda dalle Iene e pubblicato da Nuzzi. In Peccato originale il giornalista riporta anche la lettera scritta dal polacco Kamil Tadeusz Jarzembowski e consegnata nelle mani di Bergoglio. L’autore della missiva è un ex studente del preseminario vaticano che ha denunciato al Papa di essere “stato testimone di atti sessuali che Antonio esigeva da Paolo (entrambi nomi di fantasia, ndr), atti sessuali che si compivano nonostante la mia presenza. Gli atti venivano svolti sempre di sera, intorno alle ventitré”. Parole che Kamil ha poi ribadito a Le Iene in un lungo servizio in cui ha parlato anche e soprattutto la vittima di questi abusi. Da qui la svolta investigativa. 

Da quello che è emerso negli ultimi giorni, però, non sarebbero solo questi due ex seminaristi ad aver denunciato negli anni ai diretti superiori ciò che avveniva di sera nel collegio vaticano che li ospitava. Il cerchio si starebbe allargando e di molto con diverse altre testimonianze analoghe che hanno indotto la Santa Sede a riaprire l’indagine. Un procedimento che, se dovesse trovare tutti i riscontri positivi, confermerebbe che le denunce fatte da Kamil e da altri suoi compagni del preseminario all’epoca dei fatti sono state quanto meno sottovalutate, per usare un eufemismo, consentendo così all’autore di questi abusi di essere ordinato prete, cosa avvenuta proprio quest’anno, e di essere incardinato nella diocesi di Como.

Ciò che sta emergendo, infatti, è che non si tratterebbe di un caso isolato bensì di un vero e proprio sistema perverso di abusi sessuali commessi ai danni dei ragazzi della scuola media che venivano inviati dai loro parroci e vescovi nel preseminario vaticano. Il tutto coperto da un velo pesante di omertà che proteggeva i carnefici e non le vittime. Chi parlava denunciando a tutti i livelli cosa avveniva di sera all’interno del collegio san Pio X veniva, infatti, subito allontanato da Roma. Ora sembra che finalmente la verità stia emergendo e che Francesco voglia vederci chiaro.

Twitter: @FrancescoGrana