A scriverlo è stato Francesco Pieri, docente alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna. E sul suo profilo sul social network ha citato un articolo dell'ex cardinale di Bologna Giacomo Biffi, in cui il prelato paragonava l’aborto ai lager nazisti
“Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?”. Firmato don Francesco Pieri, sacerdote bolognese. La domanda, scrive Il Resto del Carlino, appare sul suo profilo Facebook, che fino a ieri sera era aperto a tutti e poi è stato reso visibile soltanto agli “amici”. Un’altra polemica che nasce dalle esternazioni online di un sacerdote del capoluogo emiliano, dopo le parole scritte da don Lorenzo Guidotti riguardo la violenza subita da una 17enne dopo una serata alcolica per la quale aveva detto di non provare pietà.
In commenti successivi, il parroco ha ricordato che il Concilio Vaticano II con la sua Gaudium et spes, “mette l’aborto (non importa se legalizzato, ospedalizzato e mutuabile o no) in serie con ‘genocidio, omicidio volontario’ e altri crimini orrendi (GS 27), tra cui certamente quelli di mafia, e lo definisce ‘abominevole delitto’ (GS 51). Solo che vedo meno gente disposta a indignarsi e schierarsi per ‘questi’ innocenti. Anche tra chi metterebbe la mano sul fuoco per il Vaticano II“. Sulla sua pagina Facebook aperta a tutti ma la cui visione, spiega ancora Il Resto del Carlino, don Pieri ha citato il cardinal e arcivescovo di Bologna, Giacomo Biffi, scomparso nel 2015 citando un articolo del 1998, in cui il prelato paragonava l’aborto ai lager nazisti: “La massima vergogna del ‘900, che pure ha conosciuto le più orrende infamie della storia, come i molti e diversi genocidi che sono stati perpetrati – disse Biffi a San Luca in occasione della Giornata della Vita ricorda il quotidiano -, resta senza dubbio la legalizzazione e il finanziamento pubblico dell’aborto”.