Le due professoresse Giuliana Di Pillo (M5s) e Monica Picca (Fdi) si sfidano al secondo turno dopo giorni di tensione e il timore che ai seggi vadano in pochissimi. Al primo turno la candidata grillina ha ottenuto il 30.21% dei consensi contro il 26.88% dell’avversaria, ma secondo i sondaggisti i giochi sono ancora aperti
Il Movimento 5 stelle contro il centrodestra. Dalla Sicilia al governo nazionale, passando per Ostia. Tutta Italia guarda allo scontro, apparentemente poco più che locale, fra Giuliana Di Pillo e Monica Picca. Due professoressa di periferia in lizza per la presidenza di una circoscrizione. Al primo turno la candidata grillina aveva ottenuto il 30.21% dei consensi contro il 26.88% dell’avversaria, ma secondo i sondaggisti i giochi sono comunque ancora aperti. E i riflettori sono tutti puntati su di loro. Nel Municipio X di Roma Capitale è arrivato il giorno del ballottaggio, dopo due settimane in cui ha tenuto banco l’aggressione di Roberto Spada al giornalista Rai Daniele Piervincenzi e in un clima generale di allarme sicurezza. Politicamente i temi sono diversi. Ma il vero rischio è quello dell’astensionismo, che nel primo turno è stato il vero protagonista: solo il 36.01% degli aventi diritto, infatti, si è recato a votare, nonostante i numerosi candidati in lizza, motivo per il quale in questo turno di ballottaggio – nonostante gli sforzi delle due “finaliste” e gli appelli del ministro Marco Minniti – sono attesi non più del 25% degli elettori, circa 45.000 persone su 185.000. In palio, però, c’e’ senza dubbio dell’altro.
VIRGINIA RAGGI E LA TENUTA DEL CAMPIDOGLIO – Innanzitutto, vincere a Ostia farebbe molto bene a Virginia Raggi e alla sua maggioranza. Parliamoci chiaro: un eventuale secondo posto non rappresenterebbe l’apocalisse, ma come tutte le sconfitte potrebbe creare un po’ di malumori intorno alla prima cittadina. I 5 Stelle romani, infatti, si sono già dovuti arrampicare sugli specchi per giustificare gli oltre 20.000 consensi perduti nel municipio fra il primo turno del 5 novembre e le comunali del 2016; una “non vittoria” potrebbe essere interpretata come una sorta di avvertimento rispetto all’operato della sindaca in questo primo anno e mezzo. Ma non è tutto. A giocarsi una buona fetta di credibilità, infatti, c’è anche il capogruppo capitolino Paolo Ferrara, ex consigliere municipale a Ostia e che per il municipio lidense e si è speso tantissimo in questi mesi, pretendendo che il Municipio X ricevesse la priorità rispetto ad azioni concrete della macchina capitolina, come il rifacimento delle strade, e a delibere-spot come l’ok ai matrimoni civili sulle spiagge. Infine, il tema nazionale: l’eventuale sconfitta rappresenterebbe il secondo ko nei confronti del centrodestra dopo le elezioni siciliane, non di certo un buon auspicio verso le Regionali e le politiche del 2018.
LA RESA DEI CONTI NEL CENTRODESTRA – Chi sembra non aver nulla da perdere è Fratelli d’Italia, il partito di Monica Picca. Ma solo apparentemente. La tenuta della coalizione si regge su un filo assai flebile e il risultato della candidata meloniana può decidere gli equilibri. Non è un caso che si stia aspettando il ballottaggio per aprire la discussione sul candidato della coalizione in Regione Lazio. Giorgia Meloni e Fabio Rampelli sono convinti di poter dettare la linea, almeno nel Lazio e l’ex ministra della Garbatella ha ancora il dente avvelenato per il mancato sostegno di Forza Italia alle comunali dello scorso anno, appoggio che sarebbe potuto risultare decisivo per l’ammissione al ballottaggio. “Con Musumeci – continua a ripetere Giorgia – abbiamo dimostrato che i candidati indicati da Fratelli d’Italia sono anche quelli vincenti”. Un mantra che la Meloni ora spera di avvalorare da lunedì mattina. Ed è un dato, fra l’altro, che Fdi abbia raccolto quasi il 10% al primo turno a Ostia, contro l’8,45% degli azzurri berlusconiani. Tutto ciò senza dimenticare che Noi Con Salvini ha ottenuto il 4,16%. Insomma: c’e’ da giurarci che in caso di vittoria di Picca, le certezze di Forza Italia di esprimere il candidato alla Regione Lazio non saranno più tali.
LA CORSA AGLI ASTENUTI – In ballo, sul fronte politico, c’e’ molto. Ed è per questo che M5s e Fdi in questi ultimi 15 giorni hanno dato vita a una folle corsa per portare alle urne quanta più gente possibile. I pentastellati, in particolare, hanno portato avanti l’iniziativa “adotta un astenuto”, chiedendo ai primi iscritti e simpatizzanti di parlare con chi non è andato a votare al primo turno e convincerlo in tutti i modi a “superare pigrizia e sfiducia” e raggiungere i seggi. Più tradizionale il modus operandi di Fratelli d’Italia: attraverso un sistema di messaggistica interna, i candidati, iscritti e simpatizzanti sono stati invitati a “indagare fra gli amici e fare una lista di nomi con le generalità, che saranno raggiunti da una telefonata, dal materiale e, alcuni, dalla visita di Monica Picca”. Un “vero porta a porta che – secondo i militanti – sta producendo reazioni meravigliose e creando un ottimo clima”. Per il momento, le piazze semivuote registrate venerdì sera nei comizi di entrambe le candidate non lasciano presagire nulla di buono.