Da Ford a Hyundai, passando per Audi e Bmw, sempre più costruttori cominciano a sperimentare con successo supporti meccanici in grado di alleviare lo sforzo fisico di chi è addetto alle linee di produzione e migliorarne il lavoro. Vi spieghiamo come funzionano
Potrebbero presto ridefinire il concetto di “lavoro usurante” i nuovi esoscheletri che hanno iniziato a sperimentare gli operai che lavorano nelle linee di montaggio di alcuni stabilimenti Ford, Audi e BMW. Si tratta di supporti meccanici che si indossano come una sorta di armatura (che fa molto Ironman) e consentono di rilassare le articolazioni, il carico sulla colonna vertebrale e quello sui muscoli, specie di spalle e braccia. Lo scopo è quello di alleviare la fatica – nonché i possibili infortuni – e incrementare la resistenza fisica degli operai, rendendo gli oggetti manipolati molto più leggeri se non addirittura apparentemente privi di peso.
La “tuta bionica” che utilizzano in Ford e BMW si chiama EksoVest ed è realizzata dalla società californiana Ekso Bionics, con sede a Richmond: la possono utilizzare uomini e donne alti da 1,52 a 1,98 metri ed è studiata per supportare chi la indossa a tenere sollevate le braccia senza farle affaticare, aumentando quindi la produttività. Il dispositivo non ha bisogno di essere alimentato da batterie in quanto la sua unica funzione è quella di migliorare l’ergonomia operativa di chi opera sulle linee produttive.
Meno sofisticato ma altrettanto utile il supporto posturale che adoperano gli operai dell’Audi: una sorta di “sedia indossabile” in fibra di carbonio che consente di rilassare le gambe di chi rimane in piedi per parecchie ore. In General Motors invece puntano sul RoboGlove, un guanto progettato insieme alla Nasa per aumentare la forza di chi lo indossa, in dotazione alla Stazione Spaziale Internazionale dal 2011.
La versione per “uso industriale” di RoboGlove sarà curata dalla svedese Bioservo Technologies AB specializzata in esoscheletri morbidi: tramite un sistema che mima muscolatura e tendini, permetterà agli operai di combattere l’affaticamento delle mani, che spesso sopraggiunge nel giro di pochi minuti quando si stringono utensili o si effettuano movimenti ripetitivi (in altra epoca definiti “alienanti”).
Hyundai invece sta studiando un esoscheletro robotizzato con “arti meccanici” per persone diversamente abili, ideato per accompagnarle a destinazione una volta parcheggiata l’auto a guida autonoma. Il colosso sudcoreano dell’automobilismo sta mettendo a punto anche una versione ideata per aiutare gli operai nel sollevamento di oggetti pesanti tramite degli attuatori alimentati da batterie agli ioni di litio.