Il presidente della commissione di inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini trasmetterà alla Procura di Roma il verbale delle audizioni e alcuni documenti presentati dalla Banca d’Italia e da Consob sulle banche venete messe in liquidazione. Lo ha confermato il senatore centrista rispondendo alla richiesta del senatore Andrea Augello (Idea), secondo cui è necessario che i pm “verifichino eventuali ipotesi di reato“. Il direttore generale della Consob Angelo Apponi ha infatti accusato via Nazionale, tra il resto, di non aver informato tempestivamente l’authority di Borsa su come era stato deciso il prezzo delle azioni di Pop Vicenza, sul metodo “irrazionale” con cui era stato calcolato il prezzo dell’aumento di capitale lanciato da Veneto Banca nel 2013 e sull’ammontare dei prestiti “baciati“, quelli concessi ai clienti perché comprassero azioni dell’istituto.
“Augello – ha detto Casini al termine dell’audizione con il direttore generale di Consob sul Monte dei Paschi di Siena – ha chiesto la possibilità di inviare alle autorità giudiziarie di parte della testimonianza di Barbagallo (capo della vigilanza di Bankitalia, ndr). Non ho difficoltà a mandare tutte le comunicazioni, anzi solitamente questo è un atto che le commissioni di inchiesta fanno alla fine della loro attività. Sarebbe stata dunque mia cura trasmettere tutto il materiale alla fine dei nostri lavori”. Augello ha fatto allora notare che “alcune informazioni che diamo sono spesso ai confini della prescrizione“. Casini ha comunque precisato: “Io non ravviso alcuna fattispecie penale per mandarli, ma non ho comunque alcun problema a mandare già queste prime parti alla procura”. E riguardo all’”infortunio dell’inoltro di documenti” alla Commissione solo all’ultimo momento, prima dell’audizione testimoniale, ha ribadito che secondo lui la Banca d’Italia si è comportata con “perfetta buona fede” e “collaborazione istituzionale”.
Martedì la commissione ha audito Apponi sul caso Mps. Il dirigente ha raccontato che le pratiche “scorrette” portate avanti da alcuni manager di Monte dei Paschi di Siena “erano state segnalate da un esposto anonimo” arrivato in Consob a fine luglio del 2011. Questi dirigenti si occupavano “dell’acquisto e vendita di strumenti finanziari per conto proprio con operazioni che portavano benefici personali, danneggiando la banca”. Nel corso dell’accertamento avviato da Consob in seguito all’esposto, “sono emersi profili di criticità attinenti alla possibile violazione delle norme antiriciclaggio” relativamente alle operazioni effettuate dalla società di brokeraggio Enigma. “La Consob – ha ricordato Apponi – ha segnalato i profili alle procure di Milano e di Siena”. Ma “non c’è nessuna possibilità di catturare le frodi prima che si verifichino, si può cercare di catturarle prima possibile”, ha aggiunto, ricordando che Mps “ha tentato di celare al mercato ed alle Autorità di vigilanza gli effetti di transazioni non riuscite attraverso complesse operazioni di finanza strutturata. Da quanto sopra indicato, è chiaro che è stato possibile far emergere la realtà gestionale della Banca solo a seguito di lunghe e complesse analisi istruttorie, analisi che si sono avvalse di una forte collaborazione con la Banca d’Italia e, soprattutto, utilizzando elementi probatori che solo l’Autorità Giudiziaria aveva il potere di raccogliere”.