Il colosso di S.Francisco commissiona una maxi partita di 24 mila sport utility agli svedesi per la sua flotta di taxi self driving, nel biennio 2019-2020. Un affare da 1 miliardo di dollari
La collaborazione tra costruttori di auto e aziende high-tech si arricchisce di un nuovo capitolo, mettendo nel mirino la guida autonoma. Uber ha infatti firmato un accordo con Volvo per la fornitura di ben 24 mila sport utility destinati a formare una flotta di taxi senza conducente. Non tutti insieme, ovviamente, ma “spalmati” nel biennio 2019-2021.
L’intesa rientra nell’ambito di accordi più ampi tra le due società, e sebbene non siano stati comunicati gli estremi dei termini finanziari, gli analisti stimano che una commessa del genere valga il 4,5% delle vendite totali di Volvo, per un valore di circa un miliardo di dollari.
Le auto verranno costruite sulla piattaforma modulare SPA (Scalable Product Architecture), che la casa svedese di proprietà della Geely attualmente utilizza per tutta la famiglia della Serie 90 e per il suv medio XC60.
I patti prevedono che ingegneri Uber e Volvo lavorino gomito a gomito per lo sviluppo e la realizzazione dei suv XC90. Una collaborazione necessaria all’implementazione delle tecnologie specifiche di guida autonoma, di cui l’azienda di S.Francisco ha bisogno per il suo core business.
“L’industria automobilistica sta vivendo una rivoluzione per effetto della tecnologia e Volvo Cars ha scelto di essere parte attiva di tale rottura. Il nostro obiettivo è quello di essere a livello globale il fornitore di scelta per i gestori di servizi di condivisione delle auto a guida autonoma”, il commento del presidente e AD Volvo Hakan Samuelsson.