Sono cinque le aziende nipponiche coinvolte dal provvedimento della Commissione, che ha ravvisato pratiche illegali nella calmierazione dei prezzi delle forniture. Un vero e proprio cartello per evitare la concorrenza, che ha danneggiato big dell'automotive come Toyota, Honda e Suzuki
L’Antitrust dell’Unione Europea ha comminato una multa da 34 milioni di euro a cinque produttori giapponesi di airbag, cinture di sicurezza e volanti: si tratta di Tokai Rika, Takata, Autoliv, Toyoda Gosei e Marutaka. L’accusa per loro è quella di aver messo in piedi un cartello per tenere i prezzi ad un certo livello determinato, evitando di farsi concorrenza tra loro.
Takata dovrà sborsare 12,7 milioni di euro, Toyoda Gosei 11,3 milioni, Autoliv 8,1 milioni, Tokai Rika 1,8 milioni e Marutaka 156 mila euro. La decisione della Commissione UE, dopo un’indagine partita nel giugno 2011 e durata sei anni, è stata dunque quella di punire senza indugio la pratica illegale anche se “nata” in Giappone: “non accettiamo cartelli che impattano sui consumatori europei, anche se organizzati fuori dall’Europa”, ha spiegato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.
Pur se scaturiti da incontri e abboccamenti in madrepatria, questi accordi hanno nondimeno danneggiato le attività europee di tre big dell’automotive nipponica come Toyota, Honda e Suzuki: sono infatti loro le vittime principali dei ben quattro cartelli separati che si sono scambiati informazioni sensibili stabilendo i prezzi della suddetta componentistica nei vari mercati del vecchio continente, in un arco di tempo compreso tra il 2004 e il 2010.
Non un affare da poco, considerando che le tre aziende su citate hanno stabilimenti produttivi in Europa dedicati alla clientela continentale, e che un’auto su 11 che circola sulle strade dell’UE è di marca giapponese.