Il rinvio in commissione della proposta della sinistra sull’articolo 18 è la pietra tombale sul dialogo tra Mdp e il Pd? “Sì, del resto anche l’incontro di oggi ha certificato questa cosa”. Parola di Pierluigi Bersani, che così commenta quanto successo nel pomeriggio in Parlamento. La dem Titti Di Salvo ha chiesto nell’aula della Camera il ritorno in commissione della proposta di legge di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile che chiedeva la modifica dell’articolo 18 e che contiene altre disposizioni relative la tutela dei lavoratori dipendenti in caso di licenziamento illegittimo.

di Manolo Lanaro

Era in pratica un passo indietro rispetto al Jobs Act chiesto da Bersani e Massimo D’Alema a Matteo Renzi in vista di un’ipotetica alleanza elettorale alle prossime politiche. Non sono disposto a reinserire l’articolo 18 per fare l’accordo con loro. Se mi viene chiesto di scrivere una pagina bianca per il futuro, pensare a come rendere stabili i posti di lavoro io ci sto. Ma non chiedetemi di abiurare su articolo 18 e 80 euro”, aveva annunciato ieri sera il segretario del Pd a Porta a Porta. Dodici ore dopo ecco la richiesta di rinviare la proposta di legge in commissione.  “Il rinvio serve a sostituire a un confronto sulle distanze un confronto di merito che si può avere in commissione”, ha detto Di Salvo mentre i deputati di Mdp e Si componevano con grandi fogli posti sui loro banchi la scritta “Articolo 18”. Poco dopo ecco che la Camera ha approvato il rinvio con una maggioranza risicatissima: appena 26 voti di differenza. A votare contro il rinvio ovviamente i deputati di Si-Mdp-Possibile, più il centrodestra e Movimento 5 Stelle.

“L’atto compiuto dal Pd è il suggello a mesi di schiaffi. Nessuno di noi pensava che la nostra proposta non potesse essere modificata, emendata, arricchita. Ma il fatto che alla Camera è possibile parlare di tutto ma non dei problemi più seri che hanno gli italiani è una cosa fuori dal mondo. Riportare in commissione la proposta di legge significa affossarla“, dice dunque Bersani a margine di un convegno dei cattolici democratici.  “La nostra – continua l’ex segretario- non era una proposta provocatoria. Il Pd avrebbe potuto fare una sua controproposta, il nostro non era un prendere o lasciare”. “Il Pd getta la maschera e affossa la nostra proposta che riafferma le garanzie dell’articolo 18. #finteaperture“, twitta Roberto Speranza, mentre per Arturo Scotto i dem “parlano di coalizioni e chiudono sul merito, rinviando voto su reintroduzione dell’Articolo 18. Il Pd predica bene e razzola mare. Doppia morale“.

E se per i bersaniani il rinvio della proposta di legge sull’articolo 18 sè il de profundis di ogni possibile alleanza con i dem, per Ettore Rosato non è così .”Teniamo aperta la porta del dialogo anche con i nostri colleghi della sinistra – dice il capogruppo del Pd alla Camera – la teniamo faticosamente aperta perché ci interessano i lavoratori. Voi la chiudete e noi ci mettiamo la scarpa dentro per non chiuderla. Per questa ragione votiamo per rinviare la proposta sull’articolo 18 in commissione, per avere un foglio bianco in cui riscrivere questa proposta”.

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