Intanto la spesa corrente – quella per stipendi, acquisti e prestazioni sociali – è salita dai 691 miliardi del 2014 ai 706 del 2016 ed è prevista in ulteriore progresso, a 716 miliardi nel 2017 e 725 nel 2018. A dispetto dei tagli lineari sui budget dei ministeri e degli sforzi di revisione della spesa, che di fatto si sono tradotti nella riduzione di alcune voci a vantaggio di altre. Del resto previdenza e assistenza per loro natura richiedono sempre più risorse e per scelta politica si è deciso in questi anni di non toccare nemmeno le pensioni non giustificate dai contributi versati come invece avevano auspicato Cottarelli e il successore Roberto Perotti, che ha dato le dimissioni a fine 2015 lasciando l’ingrato compito al deputato Pd Yoram Gutgeld. E “gli incrementi previsti per il periodo 2017-2020 sono pari a 42 miliardi, aumento addirittura superiore a quello storicamente registratosi negli anni 2012-2016 (17 miliardi circa)”, si legge nell’ultimo Rapporto sull’economia reale del centro studi indipendente Economia reale dell’economista ed ex parlamentare di An, Pdl e FI Mario Baldassarri.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Brexit e Catalogna, il filo rosso che lega gli autonomisti è un impoverimento generale

next
Articolo Successivo

Brexit, l’economia inglese frena: “Nei prossimi 5 anni tagli del 7% ai servizi. Solo nel 2025 salari al livello del 2008”

next