Vendeva informazioni sulle novità fiscali in arrivo dal governo a Ernst & Young, suo ex datore di lavoro, che per questo le ha versato almeno 220mila euro. Un senior partner del gruppo della consulenza è accusato dalla Procura di Milano di aver corrotto Susanna Masi, consigliera del ministero dell’Economia entrata a fine 2012 (governo Monti) nella segreteria tecnica del sottosegretario Vieri Ceriani, e poi divenuta consigliera in materia fiscale di Fabrizio Saccomanni, quindi del governo Letta nel 2013, e di Pier Carlo Padoan (governo Renzi e Gentiloni). A giugno 2015 la Masi è anche stata nominata tra i cinque consiglieri di amministrazione di Equitalia.
I pm, come rivela il Corriere della Sera, le contestano “l’ipotesi di ‘rivelazione di segreto d’ufficio’ e il reato di ‘false attestazioni sulle qualità personale’ per non avere dichiarato il proprio conflitto d’interessi”. Le informazioni che avrebbe passato al gruppo della consulenza riguardavano contenuti riservati delle discussioni sulle normative fiscali in discussione a Roma e in sede europea, tra cui la tassa sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax). Notizie importantissime, che l’esperto del Mef forniva a Ernst&Young (di cui utilizzava ancora una casella di posta elettronica) e che venivano messe a disposizione dei clienti più prestigiosi, tra cui alcune banche, che adeguavano così la loro situazione fiscale alle norme in procinto di essere approvate.
A essere accusati di corruzione sono la società, “e il suo senior partner e rappresentante italiano Marco Ragusa“. Masi “avrebbe fornito a Ernst & Young notizie riservate grazie al suo ruolo istituzionale di membro della segreteria tecnica” o “consigliere del ministro”, permettendo così al gruppo di “poter offrire ai grossi clienti” e alle banche in particolare “servizi di ottimizzazione fiscale già parametrati sulle norme in divenire”.
Da parte sua Masi si sarebbe “resa disponibile a proporre modifiche” a vantaggio della società e dei suoi clienti “alla normativa fiscale interna in corso di predisposizione, nella materia di transazioni finanziarie nella quale era direttamente coinvolta quale membro della segreteria tecnica del ministero”. Secondo le mail citate dalla Procura, che risalgono al 30 maggio 2013, e le intercettazioni del 28 marzo 2014, Masi “avrebbe comunicato a Ernst & Young notizie riservate, ottenute per ragioni d’ufficio e che dovevano restare segrete, relative alla proposta di introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie” e “”discusse tra i rappresentanti degli 11 Stati partecipanti ai lavori della cooperazione internazionale“.