Aderiscono alla manifestazione i cosiddetti Green Badge, gli assunti anche per i picchi di ordini a ridosso delle principali festività. Ma la multinazionale: "Rispetteremo le consegne"
Amazon tira dritto: “Siamo focalizzati sulle promesse che facciamo ai nostri clienti, anche nel giorno del Black Friday“. Il colosso dell’e-commerce mostra così i muscoli: non intende farsi fermare dallo sciopero dei lavoratori del centro logistico di Castel San Giovanni e assicura che verranno evase le richieste dei clienti in un giorno tradizionalmente proficuo per le vendite.
Del resto business is business: durante il Black Friday 2016, vennero evasi un milione e 200mila ordini e l’azienda intende andare ai materassi con i sindacati piuttosto che arretrare di un passo. Dal canto loro i lavoratori avranno il supporto anche dei cosiddetti Green Badge, i lavoratori che vanno ad ingrossare le fila dei dipendenti Amazon nei periodi più caldi di lavoro e che si sono uniti allo sciopero.
Il Black Friday 2017 “segna anticipatamente un primato, ma non per un record di vendite: sarà la prima giornata di sciopero delle lavoratrici e lavoratori italiani indetta in Amazon, nello stabilimento di Castel San Giovanni a Piacenza”, scandiscono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno indetto lo sciopero con le categorie dei somministrati Felsa Cisl, Nidil Cgil Uiltemp. “L’assemblea dei lavoratori, a fronte della latenza, che ormai si protrae da più di un anno, sulle proposte avanzate dai sindacati per una contrattazione aziendale, ha proclamato una giornata intera di sciopero in concomitanza con il Black Friday e il blocco delle prestazioni lavorative in straordinario fino alla fine dell’anno. L’astensione dal lavoro inizierà con il turno mattutino di venerdì 24 novembre e terminerà all’inizio del medesimo turno, la mattina di sabato 25 novembre”, ribadiscono le sigle sindacali.
“Purtroppo per Amazon non solo il lavoro è una merce, ma anche il lavoratore lo è, ed è una merce deperibile: fintanto che tu lavoratore sei funzionale ai ritmi dell’azienda sei ok. Se ti rompi, svanisce l’incantesimo”, incalzano i sindacati segnalando che il conflitto si inserisce in un panorama sindacale che vede “dalla Germania alla Francia dei rapporti tesi con le organizzazioni dei lavoratori; relazioni sindacali in punta di diritto e senza un vero e proprio confronto”.
Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp, organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori somministrati, hanno quindi proclamato per il Black Friday anche lo sciopero dei somministrati e chiedono di “aprire un percorso per dare stabilità e continuità all’occupazione e condizioni di lavoro decenti in Amazon”. Nello specifico si chiede all’utilizzatore e alle agenzie coinvolte (Adecco, Manpower, Gi Group) la riduzione del turn over, l’allungamento della durata dei contratti in somministrazione e la condivisione di percorsi di stabilizzazione, il rispetto della parità di trattamento retributivo sui livelli di inquadramento e sulla negoziazione di premi economici integrativi, un utilizzo corretto del monte ore garantito, ritmi di lavoro che non mettano a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Le sigle confederali italiane fanno parte e contribuiscono attivamente all’Alleanza sindacale mondiale dei lavoratori di Amazon, network promosso da UNIGlobal Union, Federazione globale del mondo del terziario e dei servizi che sta supportando le azioni di rivendicazione. “Le rivendicazioni di ordine retributivo sono solo una parte delle criticità emerse: i pickers di Amazon per ogni turno lavorativo, percorrono una mezza maratona, dai 17 ai venti chilometri attraverso lo stabilimento a movimentare merci e pacchi”, riferiscono unitariamente Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uitucs e Felsa Cisl, Nidil Cgil, Uiltemp.
“Da un punto di vista della tutela della salute e sicurezza, non può passare inosservata l’incidenza degli infortuni e il presentarsi sempre più insistente di patologie a carico dell’apparato muscolo – scheletrico”, aggiungono. I dati forniti dalla società, fissano in 1.600 i dipendenti contrattualizzati per il centro di Castel San Giovanni, nel piacentino, cui si aggiungono i lavoratori reclutati nel periodo di Natale. La remunerazione, da contratto, è di circa 1.450 euro lordi al mese. Su scala mondiale, gli impiegati salgono ad oltre mezzo milione, 541.900 per la precisione, comprensivi dei circa 90mila assunti in seguito all’acquisizione della catena di supermercati Whole Foods, indicano ancora le sigle sindacali.
I lavoratori temporanei, assunti anche per i picchi di ordini a ridosso delle principali festività, sono chiamati Green Badge “ma sono lavoratori somministrati. Sono a migliaia in Amazon a Piacenza tutti i giorni, altre migliaia lavorano nei siti che Amazon ha aperto in Italia recentemente. Nel picco natalizio, calcolano i sindacati, raggiungono anche le 3mila unità contando solo il centro logistico di Castel San Giovanni. “Hanno il badge diverso, verde e non blu, ma – avvertono le sigle – lavorano come gli altri nell’hub gestendo ordini e spedizioni. Anche chi oggi è a tempo indeterminato è stato interinale per almeno qualche mese”.