Solo per Parmalat ci furono più parti lese ammesse alla richiesta di risarcimento. Si è costituito anche il liquidatore dell'istituto Giuseppe Santoni
Tribunale di Arezzo blindato per l’udienza preliminare sul crac Etruria. Il giudice dell’udienza preliminare Giampiero Borraccia, nell’ambito del procedimento che ha riunificato i due filoni sul crac di Banca Etruria, ha dato il via libera alle oltre 2mila richieste di costituzione di parte civile, escludendo i comuni di Arezzo e Castiglion Fiorentino e le associazioni, tra le quali la Federconsumatori e Confconsumatori. L’udienza, iniziata alle 9 tra le proteste composte di giornalisti e risparmiatori tenuti fuori dall’area interna ed esterna del palazzo di giustizia, si è conclusa due ore dopo. Solo al processo per il crac Parmalat sono state ammesse più parti civili, in quel caso quasi 17mila.
Tra le richieste di costituzione ammesse c’è quella del liquidatore Giuseppe Santoni. Si erano opposti alle richieste di costituzione di parte civile gli avvocati dei 23 imputati, secondo cui Santoni, che ha già dato il via all’azione di responsabilità in sede civile a Roma per una cifra complessiva superiore ai 500 milioni di euro, già rappresentava tutti i creditori, compresi azionisti e obbligazionisti subordinati.
I due filoni dell’inchiesta che hanno per capo d’accusa principale la bancarotta fraudolenta (ad alcuni imputati è contestata solo di bancarotta semplice) sono stati riunificati durante l’udienza del 12 ottobre scorso. Il primo vedeva indagati otto sindaci revisori, il secondo l’ex direttore generale Luca Bronchi e l’ultimo presidente della banca, Lorenzo Rosi, per la liquidazione da 1,2 milioni di euro concessa allo stesso Bronchi (1,2 milioni di euro) – sono stati riunificati durante l’udienza del 12 ottobre scorso.
In programma c’era anche la requisitoria del pm Andrea Claudiani che però ha dato forfait. Al suo posto il procuratore capo Roberto Rossi, che ha depositato il testo della requisitoria scritta, mettendola a disposizione delle parti.