Il corpo di Marilena Negri, 67 anni, ritrovato da un passante intorno alle 7.20 nel parco di Affori. La borsa che aveva con sé è stata trovata vuota, ma per gli inquirenti non è una condizione sufficiente per parlare di una rapina finita male. E non è escluso che l’assassino possa essere una persona che conosceva la vittima
Era uscita di prima mattina, quando era ancora buio, per portare a passeggio la sua cagnolina, Liz, nel parco di Villa Litta. Quartiere Affori, periferia nord di Milano. Ma intorno alle sette è stata aggredita e sgozzata. La vittima è Marilena Negri, 67 anni, vedova e madre di due figli. Al momento pare che l’ipotesi più accreditata sia quella della rapina, ma rimangono aperte tutte le piste. A dare l’allarme alle 7.20 è stato un passante, anche lui a passeggio col suo cane, che ha visto il corpo della donna a terra vicino a una panchina. Era in uno dei vialetti centrali, in un crocevia molto illuminato. Un punto libero dalla vegetazione e a pochi metri da una telecamera del comune. Sul collo della donna una profonda ferita. L’unica, che le è stata fatale ma che non l’ha uccisa subito. E’ stata colpita con un fendente che è affondato di punta, non di taglio e l’arma del delitto non è ancora stata trovata.
La borsa vuota e i dubbi sulla rapina – A indagare sul caso la pm Donata Costa che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio volontario al momento a carico di ignoti. Da quanto si è saputo, la borsa che aveva con sé è stata trovata vuota, senza oggetti personali dentro e dunque gli investigatori stanno cercando di capire se la donna fosse uscita di casa – intorno alle 6.45 – portando dietro qualcosa che è stato sottratto. Ma per gli investigatori della Squadra mobile non è una condizione sufficiente per parlare di una rapina finita male. E non è escluso che l’assassino possa essere una persona che conosceva la vittima. L’autopsia sul corpo forse sarà eseguita già venerdì 24 novembre.
Una volta arrivati i soccorsi la donna era ancora viva, ma i tentativi per rianimarla non sono serviti. La 67enne abitava con la figlia in via Novaro, una strada limitrofa al parco, frequentato fino a tardi alla sera e sin dal primo mattino. Da quando è uscita da casa a quando è stata uccisa pare sia passato un breve lasso di tempo. Quando il corpo è stato ritrovato, indossava dei leggings neri, una minigonna grigia, un cappotto e, pare, una parrucca. Su quest’ultimo elemento si stanno focalizzando i primi accertamenti degli investigatori della Squadra mobile. Da qualche tempo aveva una relazione con un suo coetaneo che ora sarà ascoltato, come tutte le persone vicine alla Negri. Nel quartiere dicono che vivesse con lei ma ufficialmente non erano conviventi.
L’omicidio avvenuto sotto le telecamere – La vittima è stata colpita a pochi metri dall’ingresso di Villa Litta, edificio storico cuore delle attività di quartiere, sede della biblioteca, di un asilo e di molte attività ricreative della zona. La stazione dei carabinieri di Milano Affori si trova a pochi metri dall’ingresso del parco, dove si è radunata una piccola folla di cittadini e passanti. Una zona “che è sempre stata tranquilla”, spiegano i residenti. L’assassino non ha usato particolari precauzioni: il punto dell’omicidio è esposto al passaggio di chiunque, e a pochi metri sono ben visibili diverse telecamere del Comune. Questo lascia ipotizzare un’azione improvvisa, senz’altro una mancanza di pianificazione. Dagli accertamenti superficiali del medico legale non sono emersi segni di colluttazione ma non è stato possibile capire se l’assassino fosse davanti o alle spalle della donna, solo l’autopsia potrà chiarirlo. Di sicuro il colpo non l’ha uccisa subito. Quando i paramedici del 118 sono arrivati la donna era ancora viva ma – secondo quanto raccontato dagli investigatori diretti da Lorenzo Bucossi – non è stata in grado di parlare o fornire informazioni utili.
“Era una persona che conduceva una vita normale, curata ma non appariscente, una donna dalla vita limpida”, spiega un conoscente della vittima.”Purtroppo 12 anni fa aveva subito un grave lutto con la morte del marito, un ciclista amatoriale travolto da un’auto a Monza, mentre correva in gruppo”, ha raccontato una vicina di casa. La vittima aveva due figli grandi, una dei quali, una giovane, abita con il compagno in un appartamento nello stesso palazzo dove risiedeva la 67enne, nella vicina via Novaro. La giovane è stata avvisata di quanto successo dalla Polizia, e a lei è stata affidata Liz, la cagnolina che la madre stamani stava portando a spasso.