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Quando il politico s’improvvisa cantante: da Berlusconi a Matteo Renzi, passando per Enrico Letta e la sua “Grande figlio di puttana”

Se il segretario Pd prova ad ingraziarsi un pubblico giovane cantando la hit del momento, altri sono quelli che in passato si sono cimentati in performance musicali

di F. Q.

Matteo Renzi s’improvvisa cantante. Auricolari e Iphone in mano, il segretario Pd canta ‘La Musica non c’è’, hit in vetta alle classifiche firmata Coez. In molti ci vedono uno tentativo di lustrare un’immagine stanca, di ringiovanirla andando a prendersi i ragazzi, quelli che si mobilitano per riempire i palazzetti e plasmano a loro immagine e somiglianza le charts di Spotify. A ben guardare però, va detto che Renzi sembra apprezzare molto il brano. In fondo il politico di Rignano ha poco più di 40 anni, possibile che gli piaccia cantare una hit da ragazzi, leggermente fuori tempo massimo.

E l’ex premier non è l’unico politico che si è calato nei panni di cantante. Il pensiero, va da sé, vola subito all’ex Cavaliere Silvio Berlusconi, navigato showman oltre che politicante. Metà Aznavour, metà animatore di villaggio turistico, Silvio mette in piedi una performance in grado di strappare due risate perfino al più incazzato tra i suoi detrattori.

E se Berlusconi sfodera un piglio da navigato chansonnier, ben più sobrio è l’ex premier Pd Enrico Letta che sì, affronta “Grande figlio di puttana” degli Stadio canticchiando e seguendo il ritmo con le mani, ma lo fa con una certa compostezza. Chissà quale faccia avrà avuto in mente, durante la cantatina, come destinataria di un brano dal titolo così schietto.

Il senatore Antonio Razzi o Maurizio Crozza? Non ci capisce ‘chi è chi’ a guardare il politico che canta (e balla, sigh) “Famme cantà”. Una santificazione del trash così maestosamente eseguita che nemmeno si ride. Si resta, semmai, basiti.
 
Il leghista Matteo Salvini ci crede. Imposta la voce, cerca di controllarla, come a dire che ‘finché si scherza si scherza’ ma se si cimenta nel karaoke lui può dare del filo da torcere anche ai più intonati della festa. Almeno, questo è quello che pensa lui, perché i risultati sono scarsini, sul filo dell’imbarazzo.

 

 

 

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