Riconoscere pienamente i diritti dei migranti e richiedenti asilo costituisce oggi un imperativo urgente da realizzare. Non tanto e non solo nell’interesse di tali categorie, quanto in quello dell’intera società italiana e della qualità della sua democrazia oggi in pericolo.
La situazione è grave anche perché lo sciagurato governo in carica, e in particolare le politiche del suo ministro degli Interni, rifuggendo in modo ignominioso dalle proprie responsabilità giuridiche, politiche e umane relativamente ad accoglienza e integrazione, hanno determinato le condizioni per delegare la soluzione del problema alle mafie, siano esse italiane, libiche o di altra origine.
Si vedano i lager libici, luoghi di stupri e torture incessanti dove viene negata ogni giorno l’umanità e gli esseri umani vengono comprati e venduti. Si vedano i morti in mare, risultato inevitabile degli sforzi convergenti di trafficanti e guarda costiera libica, in buona parte le stesse persone, con la complicità delle forze politiche, Pd in testa, che hanno legato le mani a Marina militare e forze dell’ordine, sempre più impossibilitati a intervenire in salvataggio, ovvero cianciano, come l’impreparato Luigi Di Maio, di “taxi del mare” riferendosi in tal modo alle meritorie organizzazioni non governative che vengono così criminalizzate. Si veda come l’accoglienza venga oggi in buona parte gestita dalle mafie che utilizzano migranti e richiedenti asilo, considerati solo come manodopera in stato di schiavitù cui non si esita a sparare in bocca al minimo lamento, come è accaduto di recente in provincia di Caserta.
Questi “crimini contro l’umanità”, come li ha definiti il primo ministro francese Emmanuel Macron, sono il prodotto delle politiche di Paolo Gentiloni e Marco Minniti, basate su di una duplice illusione ugualmente fallace. In primo luogo che applicando questi metodi disumani si possa in qualche modo contenere o ridurre un flusso umano che invece è oggettivamente inarrestabile, trattandosi di gente che fugge dalla morte e della miseria inarrestabile. In secondo luogo, che imitando il razzismo delle destre peggiori e ripetendone a pappagallo slogan e atteggiamenti si possano recuperare consensi elettorali.
La storia si incaricherà presto di dimostrare quanto costoro si sbaglino. Intanto però si continuano a registrare enormi sofferenze, inutili quanto ingiustificabili e si continua a perdere tempo prezioso nella necessaria e urgente riconversione dell’Italia verso luogo di accoglienza e integrazione di migranti e richiedenti asilo, in consonanza con la sua natura di Paese di frontiera e tuttora essenzialmente di emigrazione. Un’Italia dove dettino finalmente legge i diritti sarebbe culturalmente più aperta, economicamente più solida e soprattutto più egualitaria, giusta e umana. Per questo occorre prestare molta attenzione a migranti e richiedenti asilo e alle loro proteste e rivendicazioni, come quelle contenute nell’appello della marcia di Cona alla base della prossima manifestazione di Roma del 16 dicembre. Per mettere definitivamente all’angolo le demagogiche, inefficaci e disumane politiche di Minniti, Di Maio, Salvini & C.