L'apertura è arrivata dopo l'incontro del pomeriggio alla Willy Brandt Haus di Berlino tra il segretario Martin Schulz e il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier e il vertice durato fino a notte fonda nella sede del partito
La Spd fa un passo avanti verso la Grosse Koalition. E’ arrivata nella notte l’apertura dei socialdemocratici ai colloqui per la formazione del governo, dopo il fallito tentativo della Cdu di Angela Merkel di dare vita a una coalizione con Liberali e Verdi. “La Spd ha la ferma convinzione che si debba parlare. La Spd non si negherà ai colloqui”, ha detto il segretario generale Hubertus Heil, dopo l’incontro del pomeriggio alla Willy Brandt Haus di Berlino tra il segretario Martin Schulz e il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier.
Al termine del vertice, durato 70 minuti, l’ex presidente del parlamento Ue ha incontrato i vertici del partito nella sede berlinese, in un incontro finito solo a notte inoltrata al termine del quale hanno comunicato la disponibilità a fare un passo indietro rispetto alla decisione comunicata la sera delle elezioni di non tornare in coalizione con il partito della cancelliera, con il quale governava dal 2013. Finora, dopo il voto del 24 settembre in cui i socialdemocratici hanno ottenuto il peggior risultato del dopoguerra, Schulz aveva sempre sostenuto che il partito sarebbe stato all’opposizione. Ma negli ultimi giorni era cresciuto il pressing per cambiare posizione e aprire a una riedizione della Grosse Koalition con il blocco conservatore di Merkel, composto dalla Cdu e dalla sua branca bavarese Csu.
Gli scontenti della Spd intanto si stanno facendo avanti alla spicciolata. Giovedì la Sueddeutsche Zeitung titolava in apertura che il partito “è diviso”. Il giornale di centro sinistra ha anche accusato Schulz di aver provocato questa situazione di “caos” nel Paese, negando ogni possibilità di un governo. L’opzione che potrebbe salvare la faccia del leader che da due mesi nega ogni coalizione con Angela Merkel è il governo di minoranza, con la tolleranza (e cioè una sponda) dei socialdemocratici.
Ma l’ipotesi suscita diversi dubbi: ad esempio Olaf Scholz, il potente sindaco di Amburgo, che concorre per la guida del partito, di cui si ridiscuterà perlomeno fra due settimane al congresso, ha affermato di essere “molto molto scettico su una ipotesi del genere”, perché la Germania, ha affermato, ha bisogno di un governo stabile. Intanto l’Unione ha mandato diversi segnali: le porte sono aperte per far ritrovare i partner della Grosse Koalition, il cui governo, del resto, è ancora in carica.
Ma anche i conservatori hanno i loro problemi. I bavaresi di Horst Seehofer stanno facendo i conti con lui, di cui da tempo diversi esponenti del partito chiedono un ritiro. “Ho una proposta che dovrebbe portare pace”, ha affermato oggi il leader, pochi minuti prima che uscissero indiscrezioni su una possibile resa in Baviera, dove lascerebbe il campo all’avversario Markus Soeder, senza tuttavia rinunciare alla guida del partito. Che questa sia l’opzione in gioco è stato subito smentito. Ma la soluzione bavarese sarà annunciata al più tardi il 4 dicembre, al congresso.