Storia semiseria della "grazia presidenziale" concessa a due tacchini. Un'usanza che risale al 1963 e che sembra sia stata introdotta da Kennedy. Secondo la tradizione, i due pennuti non vengono solo graziati: per loro si aprono le porte di una nuova vita, fatta di voli in prima classe e ranch
Cari amici, è il 24 novembre e qui a Frontierland è una splendida giornata di sole. Una giornata fantastica. Almeno per me, che sono un reduce. Uno che ha appena scampato la morte. Roba grossa ragazzi. Quarantaseimilioni di miei simili sono stati ammazzati. Avete mai sentito parlare del fottuto Vietnam? Ecco, un inferno anche peggiore. Anche perché noi non possiamo scappare né difenderci. Se ti prendono sei fottuto. No way.
D’altronde, io avevo delle buone sensazioni, me lo sentivo che in qualche modo l’avrei scampata. Sarà che ho scelto di ispirarmi al Drugo da quando ho avuto modo di vedere il Grande Lebowski nella tv dell’allevatore. E ragazzi, “prenderla come viene” non potete capire la differenza che fa. Comunque, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Wishbone, e sono un tacchino. Un esemplare notevole, a dire la verità. Sarà per questo che ieri m’hanno preso e m’hanno portato di fronte al tizio coi capelli rossi, quello con la faccia un po’ storta e dei modi di fare perfino più raffazzonati di Buch, il mio allevatore. Dicono sia il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Ora, io non mi intendo granché di politica ma quello di prima, almeno a vedersi, era meglio.
Comunque, ‘sto tizio era lì davanti alla sua Casa (piuttosto grossa, tutta bianca, chissà quanti tappeti ci sono dentro), insieme alla moglie, una tipa alta e molto bella che non ho capito molto bene cosa c’entri con lui. E c’era anche un ragazzino un po’ musone. Io ero di fronte a loro con Drumstick, un altro tacchino della zona del Maine. Un giusto ragazzi. Un grande stile: camminata decisa, testa alta, penne belle luccicanti.
A un certo punto il tizio coi capelli rossi ha farfugliato qualcosa e Drum mi ha spiegato che l’avevamo scampata. Che siamo i due tacchini scelti per avere la grazia presidenziale. Capite? La grazia. Drumstick ha detto che l’usanza risale al 1963 e che l’idea fu di John Fiztgerald Kennedy, un tale che a lui piace molto. Un sant’uomo, senza dubbio. In fondo è grazie a lui se ora io sono qui, a Frontierland, che gozzoviglio col mio becchime di alta qualità (niente White Russian, non c’è verso di averne un goccio).
Ah, ragazzi, una cosa. Wishbone e Drumstick non sono i nostri veri nomi: ce li hanno dati questi tizi che si fanno chiamare “americani”, votando addirittura con un sondaggio sul sito della Casa Bianca. Gente strana. Che vi devo dire, un po’ lo rimpiango il mio vero nome: l’allevatore Bunch mi chiamava Jesus Quintana e mi piaceva, accidenti se mi piaceva (è fissato con Lebowski, ve l’ho detto). Certo devo dire che ai nostri predecessori era andata pure peggio: Stars e Stripes, Flyer e Fryer, Cobbler e Gobbler e, amici non ci crederete, Mac e Cheese. Roba da spettacolino comico di serie B. I nostri, almeno, sono nomi belli ricercati. E poi posso godermi il ranch.
Perché sono qu