Mercoledì 29 novembre il fumo elettronico non sarà più una nuvola di vapore. Produttori, commercianti e consumatori in carne e ossa manifesteranno dalle 8.30 in Piazza Montecitorio, davanti a quella Camera che per loro è il luogo di un delitto delitto. L’intero settore, denunciano, morirà per effetto di un emendamento al decreto fiscale che ripone tutto ciò che riguarda la sigaretta elettronica sotto il Monopolio dello Stato e di una sentenza della Corte Costituzionale che consente allo stesso di supertassare le e-cig, perfino i liquidi senza nicotina, cioé l’acqua e gli aromi alimentari. Con un impatto complessivo di 9,5 milioni di euro e una corsa dei prezzi che può trasformarsi in un disincentivo al consumo. Così, con un emendamento e una sentenza lo Stato mette in ginocchio un settore che oggi coinvolge almeno 30mila persone, 2.500 punti vendita, 600 milioni di fatturato. A dare notizia della manifestazione è il sito del bimestrale Sigmagazine che nei giorni scorsi ha anche pubblicato centinaia di testimonianze di consumatori e commercianti adirati. In piazza, si legge nel comunicato, “ci saranno tutte le sigle associative del settore, ci saranno gli esponenti politici che ci hanno supportato sino ad ora, ci saranno i media che riprenderanno e daranno enfasi alla protesta legittima e condivisa”.
In rete e fuori cresce ancora il dissenso verso una disposizione di legge che vede lo Stato nei panni del gabellatore colluso con le multinazionali del tabacco. In Parlamento si sono materializzati alcuni isolati tentativi di temperarne gli effetti. Adriana Galgano di Civici e Innovatori ha depositato un emendamento che chiede che l’approvvigionamento di ricariche venga escluso dal Monopolio e che il divieto di vendita su internet riguardi soltanto i siti esteri. Paolo Naccaro di Gal insieme a Giovanni Mauro chiede una riduzione della tassazione a carico dei liquidi delle sigarette elettroniche. La nicotina sarebbe da tassare a monte, cioé al momento dell’acquisto da parte del produttore di liquidi per un importo di 2mila euro al kg. Mentre sul pregresso per i produttori che, nelle more di definire gli aspetti fiscali oggetto di contesa, hanno accumulato pendenze si chiede l’abbattimento sino al 5% del dovuto.
Anche il mondo scientifico prende posizione di fronte alla “mannaia statalista” che si è abbattuta sul settore del vaping. Si è detto “stupito e perplesso” dall’iniziativa legislativa che colpisce “uno strumento di riduzione del rischio” come la sigaretta elettronica il professore Fabio Beatrice, otorinolaringoiatra e direttore del Centro antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. “Queste misure allontanano i fumatori che hanno difficoltà a smettere da una soluzione per loro più ricevibile, che è rappresentata dalla riduzione del rischio. Peraltro, fa notare l’esperto, questa posizione si sviluppa in maniera opposta rispetto a quella di altri Paesi quali la Gran Bretagna, nella quale con una visione molto pragmatica vengono invece proposte ai fumatori da subito politiche di riduzione del rischio che consentono di intervenire con immediatezza su ampie fasce di fumatori”.