Lunedì dovrebbe arrivare l'ok definitivo dalla Conferenza dei Servizi cominciata venerdì presso il Dipartimento Urbanistica e Trasporti della Regione Lazio. Il nuovo impianto creerebbe un problema di mobilità, dunque, è altrettanto lecito intervenire con soldi pubblici per migliorare la stessa viabilità, è il ragionamento dei ministeri per sbloccare fondi a completo beneficio di un’attività commerciale
Lo stadio dell’As Roma si farà. Decisivo l’intervento del Governo che finanzierà un altro ponte sul Tevere – il cosiddetto Ponte di Traiano – per “migliorare la viabilità della Capitale”. Lunedì dovrebbe arrivare il via libera definitivo dalla Conferenza dei Servizi cominciata venerdì presso il Dipartimento Urbanistica e Trasporti della Regione Lazio. Insomma, mesi di tira e molla fra le istituzioni locali e nazionali, risolte grazie a semplice una telefonata fra i ministri Luca Lotti (Sport) e Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti). A quanto si è appreso da fonti governative, i due esponenti dell’Esecutivo hanno concordato nel trovare la soluzione per stanziare circa 100 milioni di fondi pubblici, relativi alla progettazione di un ponte che colleghi via della Magliana all’ansa del fiume che ospiterà l’impianto giallorosso, infrastruttura inizialmente prevista nel precedente progetto presentato nel 2014 (ai tempi in cui in Campidoglio c’era Ignazio Marino) e poi depennato con la revisione del piano concordato con l’amministrazione di Virginia Raggi.
I PARERI – Il ponte di Traiano, infatti, era stato reputato “indispensabile” nel primo parere del Ministero Infrastrutture e Trasporti, nonostante la presenza di un’altra opera finanziata dal Governo – ma non strettamente legata all’impianto – il cosiddetto Ponte dei Congressi, progettato nel 2000 e inserito nello Sblocca Italia del 2014. Non solo. Secondo quanto si è potuto apprendere da fonti regionali, sia la Regione Lazio che il Governo avevano dato parere positivo al progetto ma “con prescrizioni”, relative proprio all’assenza di questa opera definita “prioritaria”, sebbene il proponente – la società composta dall’As Roma di James Pallotta e dall’Eurnova del costruttore Luca Parnasi – avesse ribadito più volte che “dai nostri studi alla viabilità cittadina sarà sufficiente il Ponte dei Congressi”, la cui inaugurazione è tuttavia prevista per il 2022.
LA FORZATURA – Ma come mai non ci si è decisi prima? I dubbi su questa operazione erano diversi, al limiti fra quelli etici e quelli strettamente contabili. Come si può giustificare la realizzazione di un’opera con soldi pubblici a completo beneficio di un’attività commerciale, come è pur sempre lo stadio (e centro commerciale annesso) di una società quotata in borsa? Il tema esiste, e non è di poco conto. Secondo le stesse fonti governative, il lasciapassare sarebbe fornito dalla stessa dichiarazione di interesse pubblico approvata nei mesi passati in Assemblea Capitolina: se lo stadio serve alla città, e la sua presenza creerebbe un problema di mobilità, è altrettanto lecito intervenire con soldi pubblici per migliorare la stessa viabilità, è il ragionamento dei ministeri. Come? Inizialmente si era paventato di non realizzare il Ponte dei Congressi e scorporare i fondi per realizzare il Ponte di Traiano, ma l’ipotesi è stata smentita: le opere si faranno entrambe. Il Mit sta valutando la possibilità di finanziare la nuova infrastrutture con fondi Cipe, ma nella lista delle ipotesi ci sarebbe anche un emendamento-lampo alla legge di Stabilità.
PRIMA LO STADIO O PRIMA LE OPERE? – Alla luce di questa comunicazione, i tecnici di Comune di Roma, Città Metropolitana, Regione Lazio e Ministeri, riuniti negli uffici romani di via del Giorgione, si sono sentiti sollevati dall’accordo fra i ministri. Resta un problema, di non poco conto: una volta dato il via libera, arriverà prima lo stadio o prima le opere? Di fatto, il principio del “fischio iniziale a opere pronte”, imposto nel 2014 da Ignazio Marino e dal suo assessore Giovanni Caudo, è andato a farsi benedire. L’As Roma, infatti, finanzierà tutta una serie di opere che allo stato dell’arte non saranno determinanti. Il potenziamento della ferrovia Roma-Lido, con rifacimento della stazione di Tor di Valle, dovrà essere accompagnato necessariamente dal contestuale intervento da 260 milioni finanziato dalla Regione Lazio e operato in maniera indipendente rispetto alla costruzione dello stadio. Così come indipendenti sono la costruzione del Ponte dei Congressi (siamo ancora alla fase autorizzativa e si va avanti così da 17 anni) e, a questo punto, quella del Ponte di Traiano, che per ovvi motivi non potrà essere formalmente legata allo stadio. Considerando che il primo fischio d’inizio potrebbe essere già atteso per settembre 2019, ci vorrà tutta la passione dei tifosi giallorossi per raggiungere il nuovo impianto di Tor di Valle senza impazzire.