Non solo Vercelli. In Italia sono tanti i casi di violenza sui bambini a scuola. A denunciare quello che è ormai un fenomeno, dopo il caso delle tre maestre della scuola dell’infanzia “Janusz Korczak” arrestate per maltrattamenti, è Ilaria Maggi, mamma e presidente dell’associazione “La Via dei Colori” nata il 2 Dicembre 2010, da cinque famiglie protagoniste dei fatti scoperti nell’asilo “Cip Ciop”, le cui maestre sono state condannate in Cassazione. “Ad oggi – denuncia Maggi – stiamo seguendo ottanta processi che riguardano maltrattamenti per bambini, difendiamo più 400 parti offese di genitori”.

Al numero verde de “La Via dei colori” arrivano in media tredici segnalazioni al giorno. Non sempre si tratta di reati. Spesso gli operatori hanno a che fare con mamme e papà che hanno bisogno di capire se è il caso di intervenire o meno, di avere chiarezza sulle norme, di avere un supporto per individuare comportamenti anomali dei bambini. La storia delle maestre di Vercelli che minacciavano i bambini con queste parole: “Ti faccio girare la testa al contrario”, “Ti faccio cadere tutti i denti” o che istigavano i minori uno contro l’altro: “Dagli una sberla, ti autorizzo io. Dagliela secca”, non sarebbe isolata.

Se in una sezione della “Janusz Korczak” venivano messi in castigo in un angolo, lasciati a mangiare da soli se non si erano comportati bene, in altre scuole accadono cose altrettanto gravi. “Purtroppo – racconta Ilaria Maggi che ha vissuto sulla propria pelle una simile esperienza – abbiamo scoperto insegnanti che li tengono legati, che fanno mangiare loro il cibo vomitato e che usano percosse non solo con le mani. Le vessazioni sono all’ordine del giorno”.

Situazioni indescrivibili a volte con le sole parole e che non sempre vengono segnalate. Secondo la presidente dell’associazione “il personale scolastico ha dovere di denunciare alle forze dell’ordine una notizia di reato ma spesso non lo fanno per paura di far uscire il polverone, per timore di ritorsioni, persino di perdere il posto di lavoro. I genitori, invece non fanno alcun esposto per una sorta di ritrosia psicologia a esporsi, a essere additati”. Quando trovano il coraggio di non stare zitti sono soprattutto le madri a prendere in mano il telefono e a chiamare l’associazione. I padri non sempre scelgono questa strada e nemmeno si presentano al primo colloquio con gli operatori. Restano le conseguenze sui bambini. Secondo Ilaria Maggi di fronte a dei maltrattamenti i campanelli d’allarme da parte dei bambini sono tanti: “I sintomi hanno il comune denominatore del cambiamento repentino del bambino: smettono di mangiare, insonnia, si incupiscono. Cambiano persino i lineamenti”.

Intanto ieri intervenendo a “Mattino5” , Ferdinanda Chiarello, la preside della scuola di Vercelli, pur avendo parole di condanna nei confronti delle maestre ha provato a difendere l’istituzione: “La struttura della scuola è particolare. È a “L” e le quattro sezioni non sono una vicina all’altra. Chiaramente non si sentivano o almeno sentivano solo alzare il tono di voce come accade tante volte. Mai alcun sospetto. Assolutamente nessun genitore mi ha mai raccontato qualcosa. Non ci sono state segnalazioni da parte di nessuno. Se avessi immaginato quello che ho visto anch’io non avrei lasciato perdere. Nessuno sarebbe rimasto in silenzio”.

 

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