Martedì l'interrogatorio. Il reato si configurerebbe nei confronti della vicepresidente di un'associazione culturale destinataria di fondi pubblici. L'indagato: "Nessun rapporto sessuale, nessuna richiesta in tal senso, nessuno scambio di favori e nessun abuso del mio ruolo di sindaco. Né con questa donna né mai"
Un anno di messaggi con richieste sessuali e pressioni. Dal novembre dell’anno scorso a qualche giorno fa. Per questo il sindaco di Mantonva, Mattia Palazzi (Pd), dovrà presentarsi martedì davanti ai pm. La procura gli contesta la tentata concussione sessuale continuata nei confronti della vicepresidente di un’associazione culturale destinataria di fondi pubblici. Secondo quanto riportano il Corriere della Sera e La Repubblica il 39enne primo cittadino, che nega tutto, avrebbe spedito alla vittima anche una sua foto nudo. Nei testi dei messaggi frasi del tipo: “Staresti bene messa a … sei una birichina”, “Ricordati che le cose non vanno avanti senza il benestare del sindaco, attieniti alle regole”. “Vieni qui che ti…”. L’indagato sarà sentito dal sostituto procuratore Donatella Pianezzi e dal procuratore capo Manuela Fasolato. Dovrà chiarire il tenore di quei messaggi che secondo indiscrezioni, sarebbero circolati su Facebook e sui telefonini fino ad arrivare nelle mani di qualcuno, per ora anonimo, che ha intravisto nel contenuto un reato e ha informato i carabinieri. Anche perché l’unica a conoscere il contenuto dei messaggi sarebbe stata la presidente dell’associazione, indicata in un primo momento come l’oggetto del desiderio di Palazzi, che aveva smentito.
La vittima invece avrebbe prima abbozzato e replicato, poi avrebbe raccontato tutto alla presidente. Nessuno delle due ha denunciato però mercoledì scorso i militari dell’Arma hanno notificato l’avviso di garanzia e hanno sequestrato computer, telefonini, tablet, documenti riguardanti i rapporti economici fra Comune e associazione. “Abbiamo fissato l’interrogatorio con l’indagato per martedì prossimo – fa sapere il procuratore capo Manuela Fasolato in una nota -. In quell’occasione mostreremo quel che abbiamo e lui sarà invitato a difendersi. Le ipotesi di reato riguardano un periodo che va dal novembre 2016 al novembre 2017″.
L’indagato ha dichiarato di essere totalmente estraneo: “Nessun rapporto sessuale, nessuna richiesta in tal senso, nessuno scambio di favori e nessun abuso del mio ruolo di sindaco. Né con questa donna né mai”. Posizione ribadita sabato sera poco prima di mezzanotte con un post di poche righe su Facebook: “Sono mancato qualche giorno da Mantova e da fb, ho tenuto i contatti costanti solo con il mio avvocato, Grazie a tutti per il sostegno, sono giorni duri. Ma ho piena fiducia nella magistatura e nella giustizia”.
In serata Palazzo ha diffuso anche una nota: “La mia vita privata è stata devastata e questo è un tormento che nessuno potrà più togliermi. Non auguro a nessuno di vivere ciò che sto vivendo io. Non è consentito rendere pubblici atti coperti da segreto istruttorio ma ciononostante questo è ciò che sta avvenendo. Ho taciuto in questi giorni e continuerò a farlo per il rispetto che devo anche al lavoro della Procura e perché non è giusto che i processi avvengano sommariamente in piazza. Oltre a non essere giusto, ribadisco che tutto questo non è neppure lecito. Io so di essere innocente dall’accusa che mi viene rivolta e tutte le persone che lavorano con me, dalla giunta ai funzionari del Comune, possono testimoniare che – continua il comunicato – mai ho chiesto favori di alcun tipo in cambio di contributi, patrocini o altro. Adesso le poche energie che mi restano devo concentrarle e spenderle per dimostrare la mia onestà di persona e sindaco. Poi ognuno sarà libero di fare le proprie valutazioni. Ora è solo un inaccettabile gioco al massacro”.