"È una delle persone più trasparenti, colte e al servizio del Paese che io conosca" dice l'ex premier nel giorno in cui rinnova la sua discesa in campo. L'ex premier lancia il suo messaggio durante gli 80 minuti di discorso a #IdeeItalia - la voce del Paese, l’evento organizzato per tre giorni da Mariastella Gelmini e Paolo Romani a Milano
Un anno fa, in una intervista, fu lo stesso Marcello Dell’Utri a definirsi prigionero. Oggi a distanza di 11 mesi Silvio Berlusconi sembra fargli eco e parlando dell’ex senatore di Forza Italia dice: “È un prigioniero politico. È una delle persone più trasparenti, colte e al servizio del Paese che io conosca” dice l’ex premier nel giorno in cui rinnova la sua discesa in campo. L’ex premier lancia il suo messaggio durante gli 80 minuti di discorso a #IdeeItalia – la voce del Paese, l’evento organizzato per tre giorni da Mariastella Gelmini e Paolo Romani a Milano.
Berlusconi e Dell’Utri, condannato a sette per anni per concorso esterno, in passato hanno condiviso tanto e da poco meno di un mese condividono una nuova (e allo stesso tempo vecchia) accusa che li ha portati entrambi ancora una volta all’iscrizione nel registro degli indagati per le stragi di mafia del 1993.
È la seconda volta in pochi mesi che l’ex Cavaliere ricorda l’amico di sempre, ex numero di Publitalia e coofondatore con lui di Forza Italia, in questi termini. Il 21 luglio scorso durante la trasmissione In Onda aveva detto: “Ho sentito un brivido nella schiena vedendo questa immagine di Dell’Utri che ingiustamente è in carcere per dei fatti anteriori al 1994 anno in cui è diventato reato giurisprudenziale il concorso esterno in associazione mafiosa, c’è un ricorso presso la corte di Strasburgo che però tarda ad esaminare questo caso, ma è ingiusto che una persona buona, preparata e colta, un fondatore di Fi sia in carcere. So che è anche gravemente malato e io penso a lui, il fatto che un italiano modello sia in carcere è una delle cose più insopportabili”. Un legame quello tra i due che è stato certificato anche nella sentenza della Cassazione che, confermando la condanna a 7 anni per Dell’Utri, motivò il verdetto il 1 luglio 2014 scrivendo nero su bianco che l’ex senatore era stato decisivo per l’accordo tra Berlusconi e Cosa nostra.
Pochi giorni dopo dalle pieghe di una inchiesta erano emerse le intercettazioni di Emilio Fede, ex direttore del Tg4 ed ex fedelissimo di Berlusconi, in cui il giornalista confidava al suo personal trainer particolari compromettenti sui rapporti tra l’ex premier e l’ex manager di Publitalia, depositario, a dire del giornalista, di pericolosi segreti sugli investimenti del Cavaliere. E, per questo, in grado di “mangiargli” molto denaro. “Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa… Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri?“, avrebbe detto Fede a Ferri. Avrebbe perché il giornalista ha sempre negato e anche accusato l’uomo di aver manipolato le registrazioni in cui si sente anche altro. “C’è stato un momento in cui c’era timore …. Che loro hanno messo Mangano (il boss morto in carcere noto come lo stalliere di Arcore ndr) attraverso Marcello (Dell’Utri ndr)”. “La vera storia della vicenda Berlusconi …mafia, mafia … soldi, mafia, soldi… Berlusconi”. “Sì, sì . Dell’Utri era praticamente quello che investiva… Chi può parlare? Solo Dell’Utri”. Ai magistrati poi aveva detto :”Berlusconi diceva che Mangano si stava sacrificando per lui e che bisognava fare qualcosa per la sua famiglia, queste sono le cose che ho riferito ai magistrati”.