Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore, è morto nella sua casa a Roma a 40 anni a causa di un malore improvviso. Nato a Taranto e laureato in filosofia a Roma, dopo l’incontro con Goffredo Fofi ha iniziato a collaborare con la rivista Lo Straniero di cui successivamente era diventato vicedirettore. Collaborava con Radio 3 e col Corriere del Mezzogiorno e ha scritto anche per Pagina99, il Riformista e per riviste come Internazionale e Minima&moralia. Inoltre con Fofi ha curato l’antologia Nel Sud senza bussola. Venti voci per ritrovare l’orientamento (Napoli, L’ancora del Mediterraneo, 2002), e la raccolta di racconti sul calcio Ogni maledetta domenica (Roma, minimum fax, 2010).
Nel corso della sua carriera si è occupato in particolare di migranti, caporalato e nuove mafie e negli ultimi mesi era stato in Argentina per approfondire le dittature che si sono susseguite nel Paese negli ultimi 50 anni. A dare notizia della sua scomparsa è stato il padre, Stefano, che in un post su Facebook ha scritto: “Alessandro è stato un uomo di grande fede nel Cristo e nell’uomo. Tutto questo l’ha portato, già da giovanissimo, nello scoutismo e successivamente nei campi di volontariato della Caritas Diocesana di Taranto in Albania e, come giornalista e scrittore, si è impegnato in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, ed ovunque ci sia stato un sopruso”. Poi ha proseguito: “Consentitemi, per favore, le lungaggini, che può fare un padre, che non riesce a lenire il proprio dolore. Alessandro, per me, era bellissimo. Alessandro era la Gioia, Che entrando in casa, ci coinvolgeva e travolgeva, roboante e trascinante; ma era anche il lavoro fatto bene, analitico e profondo; tutto alla ricerca della verità; ed era anche la denuncia; fatta con lo stile dell’annuncio, che, nonostante tutto, un mondo migliore, è ancora possibile. Ho sempre percepito, orgogliosamente, che la Sua essenza fosse molto, ma molto migliore della mia. Oggi questo padre si sente orfano. Sento pesantemente scendere le ombre nella mia vita. Spero tanto nella Luminosa“. Tanti i tweet di cordoglio. Tra questi anche quello di Roberto Saviano.
Addio amico mio, addio anima che aveva il coraggio della bontà e dell’indignazione. Questo mondo di merda l’hai davvero cambiato, perché con le parole hai agito sui tuoi lettori e su chi, come me, ti ha ascoltato, letto e voluto bene. pic.twitter.com/kuulzy6xwG
— Roberto Saviano (@robertosaviano) November 27, 2017
Ci ha lasciato all’improvviso Alessandro Leogrande, in assoluto una delle persone migliori incontrate nel nostro cammino.https://t.co/RiIjVHWqol
— minimum fax (@minimumfax) November 27, 2017
Ci ha lasciato il giornalista e scrittore Alessandro Leogrande pic.twitter.com/HGYzuj6YFZ
— Rai Radio3 (@Radio3tweet) November 27, 2017
Abbiamo perso Alessandro #Leogrande la sua intelligenza, la sua umanità e la sua profonda cultura
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) November 27, 2017
Quando muore un amico npn sai cosa dire. Alessandro mi mancherai tantissimo. È morto Alessandro Leogrande un grande scrittore. Sono sconvolta.
— Igiaba Scego (@casamacombo) November 27, 2017
Addio al nostro caro amico Alessandro Leogrande, ci mancherà tantissimo la sua curiosità, la sua sensibilità e il suo sguardo sulla parte dimenticata del mondo. pic.twitter.com/iW2cUmf4bw
— Feltrinelli Editore (@feltrinellied) November 27, 2017