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Dieselgate, Le Monde: “Fiat Chrysler rischia una multa di 9,6 miliardi di euro”

Secondo il quotidiano francese il gruppo "è nel mirino di un’inchiesta per ostacolo alle funzioni di un agente abilitato alla constatazione delle infrazioni al codice del consumo". La replica: "Accuse senza fondamento. Sorpresi di conoscere atti dell'indagine dai giornali e non dai dossier ufficiali"
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Il gruppo automobilistico Fiat Chrsyler rischia in Francia una multa che potrebbe arrivare fino a 9,62 miliardi di euro a seguito dell’indagine sulle emissioni dei suoi veicoli diesel. L’indiscrezione è riportata dal quotidiano francese Le Monde: “La cifra è messa nero su bianco nel verbale di infrazione della Direzione generale concorrenza e repressione frodi a cui abbiamo avuto accesso”, si legge nell’articolo pubblicato dal giornale. Fca France ha risposto alle accuse con una nota, dicendosi stupita di leggere queste informazioni sulla stampa prima ancora di aver avuto accesso al dossier. “Sono accuse prive di fondamento“, sostiene comunque il gruppo.

Le Monde spiega che Fca rischia una sanzione quasi doppia di quella del gruppo Psa, Peugeot-Citroen, accusato di nascondere i reali livelli di emissione dei motori. A rendere più salata la multa sarebbe la reticenza di Fca a collaborare alle indagini, come Le Monde aveva già raccontato in un precedente articolo: “Fca – scrive Le Monde – è nel mirino di un’inchiesta per ostacolo alle funzioni di un agente abilitato alla constatazione delle infrazioni al codice del consumo”. Versione smentita dal gruppo guidato da Marchionne: “Non siamo accusati in questa materia – riferisce la nota – Ribadiamo che, sebbene non informata dei fatti riportati, sta cooperando con l’Autorità giudiziaria francese”.

Al centro dell’indagine, lo sviluppo di un software che regolava le emissioni durante le procedure di omologazione dei veicoli. Un sistema fraudolento che permetteva ai motori di nascondere il reale livello di emissione di ossido d’azoto. Il software sviluppato da Fca, secondo gli inquirenti, è stato realizzato “in modo volontario” e fa parte “della strategia d’impresa da diversi anni”. “Falso – replica il colosso italo-americano – I risultati di alcuni test condotti non corrispondono a quelli degli esami fatti non solo da Fca ma anche dal Ministero italiano dei Trasporti. La società – conclude la nota – attende l’opportunità di rispondere alle accuse nel caso in cui dovessero venire formulate. Vogliamo dimostrare che i nostri veicoli diesel rispettano i requisiti richiesti sulle emissioni”.

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