Se la classifica di ItaliaOggi pubblicata il 27 novembre aveva premiato Bolzano come miglior provincia italiana per la qualità della vita, uno studio pubblicato da Il Sole 24 del Lunedì sposta il primato un centinaio di chilometri più a sud, a Belluno. Completano il podio Aosta e Sondrio. La graduatoria prende in considerazione 42 indicatori divisi in 6 categorie: ricchezza e consumi, lavoro, ambiente e servizi, demografia, giustizia e sicurezza e cultura. A fare la parte del leone nella classifica del quotidiano sono le province alpine: le prime sette posizioni sono tutte zone di alta montagna, mentre a completare la top ten troviamo Udine (10° posto), Gorizia (9°) e Milano, ottava, meno sei posizioni rispetto allo studio dello scorso anno.
Se nella classifica di ItaliaOggi Roma era in ascesa e guadagnava ben 21 posizioni, stando ai dati presi in considerazione dal quotidiano economico la qualità della vita nella capitale è peggiorata negli ultimi 12 mesi. Roma chiude al 24esimo posto, meno 11 posizioni rispetto alla graduatoria dello scorso anno. Una caduta che non riguarda soltanto Roma e Milano ma più in generale tutte le grandi aree urbane: Genova (48°, meno 21 posizioni), Torino (meno 5), Bologna e Firenze che perdono 6 posti. Unica a guadagnare pozioni, la provincia di Palermo: 97esimo posto rispetto al 99esimo del 2016. Stabile invece Napoli, quartultima. A trascinare in basso le grandi province sono soprattutto i parametri relativi alla sicurezza.
Belluno torna a guidare la classifica dopo 27 anni. Era il 1990 e l’inchiesta del Sole del Lunedì era alla sua prima edizione. A differenza dello studio di ItaliaOggi, nel quale le differenze tra Nord e Sud si accentuavano, nella graduatoria del Sole il divario tende sempre più ad ampliarsi. La prima provincia del Sud è Oristano, in cinquantaduesima posizione. Il centro-nord, oltre a comandare gli indicatori della ricchezza e del lavoro, guadagna spazio anche nei ranking relativi alla demografia e tempo libero, solitamente appannaggio delle province meridionali.
In coda alla classifica, soprattutto le aree di Campania e Puglia. Se le prime 10 sono comandate dalle province alpine, nelle ultime dieci ben 8 posizioni sono occupate da province campane e pugliesi. Caserta vince la maglia nera del 2017, preceduta da Taranto e Reggio Calabria. Completano le peggiori 10 province per qualità della vita Carbonia-Iglesias, Avellino, Fogiga, Lecce, Salerno, Brindisi e Napoli.
Il calcolo dei punti – La provincia che chiude in prima posizione in ogni indicatore guadagna mille punti. Il resto dei punteggi varia a seconda della distanza del valore di ciascuna rispetto alla prima classificata. Nel caso in cui i valori siano troppo lontani, per non falsare la classifica, viene attribuito un voto d’ufficio. La classifica finale si ottiene sulla semplice media aritmetica ottenuta dalle provincie nelle varie aree d’indagine. Tra i 42 indicatori prese in esame da Il Sole 24 ore, sono sei i nuovi parametri entrati nello studio: acquisti on line, gap retributivo, spesa in farmaci, consumo di suolo, anni di studio, indice di litigiosità.
Lo strano caso di Mantova e Livorno – Scorrendo le classifiche di ItaliaOggi pubblicata il 26 novembre e quella del Sole resa pubblica soltanto poche ore più tardi, stupisce il caso di Mantova. Ottavo posto in quella di ieri, 41esima posizione nella graduatoria del Sole, trascinata a metà graduatoria dallo scarso posizionamento nei parametri relativi alla ricchezza e consumi (48°) e ambiente e servizi (70°). Percorso inverso per Livorno. Secondo ItaliaOggi, cinquantanovesima, per il quotidiano economico diciassettesima. In questo caso, a portare nei primi venti posti la provincia toscana è l’ottimo risultato nel settore dell’ambiente e servizi, terzo posto (che due anni fa era primo) dietro a Trieste e Sondrio.